Gianni Rivera, lo sport e la politica: a tu per tu con un campione di stile
A metà degli anni ’90 ho avuto il piacere di conoscere in una convention politica Gianni Rivera, campione ineguagliabile degli anni sessanta e settanta, che stante la mia età, non ho avuto la fortuna di ammirare negli anni in cui con il “pennello … disegnava” lanci, cross, tiri e passaggi sui prati praticamente di tutto il mondo. Quel giorno credevo di impazzire, avevo avuto il privilegio di conoscere in circostanze diverse Platini, Falcao, Tardelli, il mio idolo Franco Causio e tanti altri campioni ma mai di stringere la mano al “campione”, a colui che a distanza di 33 anni fa ancora saltare dalla sedia e commuovere milioni di italiani, di tutte le fasce di età, per il goal del 4 a 3 che ha segnato alla Germania nei mondiali di Messico ’70. Non mi dilungo ad elencare i meriti sportivi del golden boy perché lo spazio che mi ha riservato il Direttore per questa intervista – che non è poco – non sarebbe comunque sufficiente a descrivere la metà dei traguardi raggiunti …”dall’onorevole calciatore”, che a sessanta anni ancora gioca alla “sua maniera” a calcio e a tennis; mi limito a dire che ha debuttato in serie “A” a sedici anni, che il suo primo goal lo ha fatto, come diceva Mario Riva – nientepopodimeno che – alla Juventus e che è stato il primo calciatore italiano a vincere il pallone d’oro, nell’anno 1969. Insomma primo in tutto! Se per motivi sportivi non ho avuto la gioia di vederlo quando con la maglia del Milan e della Nazionale entusiasmava gli appassionati di calcio di tutto il mondo, per motivi istituzionali, legati al suo mandato di Sottosegretario di Stato alla Difesa, ho avuto l’onore di incontrarlo in diverse circostanze e di ammirarlo anche in questa veste. Deputato per ben quattro Legislature, Rivera, che attualmente è consulente per le politiche sportive del Comune di Roma, oltre ad essere stato segretario di presidenza della Camera dei Deputati ha ricoperto altresì gli incarichi di membro delle commissioni affari sociali, difesa e lavoro, nonché membro della commissione ambiente, territorio e lavori pubblici e Vice Presidente della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati. Molto impegnato nel mondo del volontariato, l’Onorevole Rivera è ancora oggi il Vice Presidente dell’Associazione Angelicum Mondo X che fa capo a Padre Eligio e tra le cui finalità c’è il recupero dei tossicodipendenti. In pieno clima pasquale ho incontrato l’ormai ex “abatino”, come lo amava definire l’indimenticabile Gianni Brera, che ormai oggi è un politico a tutto tondo ma che ha mantenuto intatta, con la giacca e la cravatta, l’inestimabile classe che aveva quando era in calzoncini corti.
Sto parlando con un calciatore o con un politico?
Tutti nella vita fanno un po’ di politica anche quelli che dicono di non farla. Si può fare politica senza essere consigliere regionale, provinciale, comunale e senza essere parlamentare. Tutti, a fianco della professione che esercitiamo o della passione che coltiviamo, facciamo politica. Lei sta parlando dunque con un ex calciatore che oggi è in parte politico. Spero di aver fatto bene la prima cosa e di riuscire a non deludere nella seconda.
Per quale squadra tifava prima di approdare al Milan?
Giocavo nell’Alessandria e le mie simpatie erano quindi rivolte a questa società ma il fatto che militava in serie C mi portava ad avere una leggera simpatia anche per la Juventus che era di Torino e quindi rimaneva nell’ambito regionale. Della Juventus, sia per il blasone sia per la vicinanza geografica si riusciva ad avere notizie con più facilità e la simpatia credo derivasse proprio da questo.
Rivera tifoso della Juve, è uno scoop!
No, tifoso no, ho parlato di leggera simpatia determinata dalla vicinanza geografica e che è completamente sparita quando sono andato al Milan.
Cosa rimpiange di più dei tempi in cui deliziava il mondo con un pallone?
L’età è l’unica cosa che eventualmente rimpiango. Ho detto eventualmente perché accettando l’idea che si nasce, si cresce, si vive, si muore e non si è eterni, bisogna inevitabilmente accettare l’ineluttabilità degli anni che passano. Ho ovviamente un ottimo ricordo di quando ero giovane e giocavo al calcio, potevo fare ciò che mi piaceva e quindi meglio di così non poteva andarmi ma non ho nessun rimpianto e cerco di guardare sempre avanti, oggi faccio altre cose che mi appassionano anche se indiscutibilmente è impossibile riprovare le stesse emozioni di allora.
Un aggettivo per Valcareggi e per Mazzola.
È impossibile definire un essere umano con un aggettivo.
Chi, quando e perché, l’ha introdotta nel mondo politico.
La cosa è nata quasi per caso, ero ad una cena con la comunità Mondo X di Padre Eligio e tra gli invitati c’era anche Gianni Goria, allora Ministro del Tesoro del Governo Craxi. Si parlava tra le altre cose anche di politica e Bruno Tabacci, allora segretario della Democrazia Cristiana, mi chiese se volevo candidarmi alle elezioni che si sarebbero dovute svolgere nell’anno 1988. Accettai di buon grado questa proposta che in tutta onestà mi colse anche di sorpresa, poi dopo poco cadde il Governo Craxi e si andò anticipatamente alle elezioni – mi riferisco all’anno 1987 – mi ritrovai praticamente candidato a furor di … democrazia e divenni deputato.
Che rapporto ha con l’altro grande tifoso del Milan che risponde al nome di Silvio Berlusconi?
Nessuno, assolutamente nessuno. Lo conosco da molti anni ma in modo assolutamente superficiale, ho parlato pochissime volte con lui e quando sono rimasto al Milan una sola volta addirittura.
Come giudica l’operato del Sindaco Veltroni, del Presidente della Provincia Moffa e del Presidente della Regione Storace?
Si rischia di andare per simpatia, ma posso dirle che con Veltroni ho un rapporto ottimo, lavoriamo e collaboriamo insieme per il bene di Roma. Fare il Sindaco di Roma è molto difficile, c’è una grande parte di storia che è patrimonio del mondo e che va rispettata ma c’è anche una parte di modernità di cui si deve tenere conto. Veltroni riesce a governare Roma in modo puntuale e trasparente, con attenzione e responsabilità, è un ottimo Sindaco. Quanto al Presidente della Provincia non sono in grado di dare un giudizio obiettivo perché io sono contro l’esistenza delle Province, nessuno si rende conto, se non in campagna elettorale, che queste esistono. Solo oggi iniziano ad avere qualche fondo per “amministrare” ma credo sarebbe comunque più utile abolirle e risparmiare. La Regione è più importante perché ha responsabilità anche legislative che incidono sulla vita degli abitanti della Regione stessa. Credo che Storace stia facendo tutto sommato un buon lavoro, dando per scontato comunque che tutti i politici hanno dei momenti di partitocrazia anche quando ricoprono incarichi istituzionali. Storace non sta andando male anche se ovviamente è criticabile anche lui.
Cosa sta facendo lei per Roma?
Ci stiamo muovendo, innanzitutto abbiamo fatto un nuovo regolamento per la gestione degli impianti sportivi, stiamo seguendo la parte normativa che era da rivedere perché in alcune parti mancava completamente ed in altre era superata. Abbiamo inoltre fatto il censimento che presenteremo a giorni, relativamente all’impiantistica sportiva romana per verificare gli impianti che ci sono, il loro stato e per vedere le aree dove sono ancora insufficienti. Abbiamo pensato, come lei sa, d’accordo con il Coni provinciale, le Federazioni e gli Enti sport dei Municipi, ad una giornata di sport – il 18 Maggio – in ogni Municipio, in cui ci saranno diverse discipline sportive da far praticare ai romani, che mi auguro accorrano in massa. Vuole essere un momento di sport, di allegria e di festa, che si concluderà nel tardo pomeriggio a Piazza del Popolo con momenti di sport e musica; l’organizzazione procede bene ed io mi auguro che il 19 Maggio si possa parlare in termini positivi di questa manifestazione e si possa pensare di ripeterla.
Se fosse ancora Sottosegretario di Stato alla Difesa, in tutta onestà, avrebbe ritenuto giusto il comportamento che ha tenuto il Governo per il caso Iraq o avrebbe agito diversamente?
Credo che il Governo avrebbe potuto e dovuto essere più chiaro e più limpido e credo che non sia stato giusto nascondersi dietro dichiarazioni pubbliche che erano diverse da quelli che poi erano gli accordi privati. Secondo me in questi casi bisogna avere il coraggio di prendere una iniziativa limpida, chiara, trasparente e anche se è di difficile scelta rispetto all’opinione pubblica, bisogna avere il coraggio di manifestarla. La non chiarezza potrebbe essere accettata dall’opposizione ma mai dal Governo.
Va bene Onorevole, ma se ci fosse stata chiarezza…
Nel momento in cui c’è ambiguità è già da bocciare l’operato, è l’ambiguità che non può essere accettata, che non ti fa essere d’accordo.
Senza essere di parte, chi vince per lei lo scudetto e chi diventa Presidente della Provincia?
Per lo scudetto ovviamente è avvantaggiata la Juventus che sta davanti ma non dobbiamo dimenticare che negli ultimi anni lo scudetto si è deciso in modo rocambolesco all’ultimo minuto di gioco. Capita talvolta che chi è davanti finisce la benzina prima degli altri e bisogna tenere conto anche delle energie psichiche e fisiche che Juventus, Milan ed Inter spenderanno in Coppa, anche se la Juve mi sembra ancora solida e determinata. Quanto alla Provincia credo che vinca Gasbarra anche perché non si è capito bene come abbia fatto l’altra volta a vincere Moffa. Il centrosinistra sembrava dovesse vincere sin dal primo turno e poi al ballottaggio ha vinto Moffa.
Le ha dato più gioia lo sport o la politica?
Non c’è paragone, lo sport ovviamente. Ancora oggi quando gioco a tennis o calcio mi da, come lei sa, più soddisfazione lo sport. Non ho ambizioni particolari, non voglio fare il Ministro, il Capo di Governo o il Capo dello Stato, se avessi quelle responsabilità mi romperei probabilmente le scatole, invece così mi sento più libero di fare ciò che voglio. Si potrebbero avere risultati importanti anche nella politica se si riuscisse a convincere i politici che gli interessi dei cittadini sono superiori al proprio interesse, ma sono in pochi a pensarla così e questo obiettivo è difficile raggiungerlo da solo.
Pubblicato su “Forum” in data 23.04.2003