Lady Mariapia Garavaglia tra politica e sociale
Ho conosciuto l’Onorevole Garavaglia nel Dicembre del 1990, allorquando quale Ufficiale del Corpo Militare della C.R.I. ebbi l’onore di incontrarla per ragioni di servizio; in quel periodo infatti l’Onorevole Garavaglia ricopriva l’incarico di Sottosegretario di Stato alla Sanità con delega alla Croce Rossa Italiana. La sua brillante carriera politica e sociale era iniziata molti anni prima; da sempre cultrice dei valori religiosi ed umani, lady Garavaglia, nata a Cuggiono nel 1947, si è laureata in Lettere e Scienze Politiche presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano e si è sempre dedicata all’insegnamento e alle attività di volontariato nel settore sanitario e sociale. Il suo modo trasparente ed istintivo di fare costantemente politica, tra la gente e per la gente, è stato premiato nel 1975 quando, a soli ventotto anni, è stata nominata Assessore Comunale di Cuggiono. Di lì in poi una continua escalation di successi ed affermazioni in politica; dal 1988 al 1992 è stata Sottosegretario alla Sanità, dal 1993 al 1994 ha ricoperto l’incarico di Ministro della Sanità, dal 1995 al 1998 è stata Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana e dal 1998 al 2002 Presidente Generale della medesima associazione. In ultimo ma non per ultimo, gli attuali e prestigiosi incarichi di Vice Sindaco di Roma – con delega al turismo e alla moda – e di Vice Presidente della Croce Rossa Internazionale, che porta avanti con l’entusiasmo e l’energia che da sempre la caratterizzano. Il tutto passando per una miriade di docenze presso le migliori università italiane, per una proficua attività formativa e pubblicistica su quotidiani e periodici e per una moltitudine di cariche sempre a sfondo sociale, umanitario e religioso. L’idea che in tutti questi anni mi sono fatto dell’Onorevole Garavaglia, è quella di un interlocutore leale e disponibile, pragmatico ed onesto, capace anche di cimentarsi in durissimi confronti ma pronta al termine della contesa, comunque sia andata a finire, a dimenticare contrasti e divergenze dinanzi ad un buon caffè. Consolidando un rapporto di stima ormai ultradecennale, l’Onorevole Garavaglia con assoluta cordialità ha risposto alle domande che le ho rivolto.
Perché è entrata giovanissima in politica e perché proprio nella Democrazia Cristiana?
Venivo dall’esperienza del movimento studentesco perché ero iscritta alla “Cattolica”. Avevo trovato un eccesso di ideologizzazione che sfociava nella violenza e mi chiesi quale fosse il partito meno ideologizzato e mi convinsi, anche grazie ai principi professati nella mia famiglia, che la Democrazia Cristiana potesse essere il partito che faceva per me. Fui accolta molto bene, ero una giovane studentessa che veniva dalla contestazione ed entrava in un partito che cercava persone con il mio profilo, impegnate nel sociale e vicine alla Chiesa. Nella D.C. ho iniziato dalla base, cioè dal territorio, fino alla provincia di Milano e ai vertici del partito, passando anche per le manifestazioni legate alla promozione della donna; erano gli anni del femminismo e le donne cattoliche avevano una loro proposta per far sì che la promozione femminile non coincidesse solo con l’emancipazione sessuale. Nel 1979 il compianto ex Ministro Giovanni Martora, mi inserì nella lista Milano-Pavia. A quel tempo le liste erano proporzionali ed io fui ininterrottamente eletta fino al 1992, poi nel 1994, decisi dopo quattro Legislature di ritirarmi dalla vita politica attiva di parlamentare ed infatti iniziai a dedicarmi esclusivamente al sociale.
Con la fine della D.C. si sono creati due schieramenti politici: alcuni ex D.C. sono approdati nella Casa delle Libertà ed altri nell’Ulivo. Perché lei è entrata nell’Ulivo?
Quando la D.C. si è sciolta sono rimasta con il partito Popolare anche perché non ho trovato nella dottrina sociale della Chiesa elementi che mi facessero protendere per il centro-destra.
Lei è fortemente religiosa, perché fa parte di una coalizione che ha al suo interno estimatori dell’aborto, del divorzio e della liberalizzazione delle droghe?
In realtà i due schieramenti, che sono il frutto della nuova formula elettorale, hanno in sé delle grandi contraddizioni perché anche nel centro-destra c’è chi è a favore dell’aborto, del divorzio e della liberalizzazione della droga. I cattolici sono disseminati nell’uno e nell’altro schieramento e quello che mi aspetto è che sia concessa sempre la libertà di coscienza quando si ha a che fare con temi che riguardano direttamente la visione della vita. Nel mio schieramento non sono stata mai “costretta” o “invitata” a rinnegare i miei principi o a dire, in pubblico o in privato, cose diverse da quello che pensavo o che sostenevo.
Che idea ha delle coppie di fatto?
Sono comprensiva, credo che meritino attenzione soprattutto per garantire una vita serena ai loro figli ma relativamente al riconoscimento delle coppie di fatto come se fossero una famiglia, quella prevista dalla Costituzione, sono assolutamente contraria perché chi sceglie la coppia di fatto sceglie di non sposarsi e non comprendo dunque perché debba essere lo Stato a riconoscere qualcosa che due persone hanno scelto liberamente di non fare.
Assessore Comunale, Deputato, Sottosegretario alla Sanità, Ministro della Sanità, Commissario Straordinario e Presidente della C.R.I., Vice Sindaco di Roma e Vice Presidente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Quale incarico le ha dato maggiori soddisfazioni?
Ci sono due elementi da considerare, quello amministrativo e quello sociale e morale. Fare il Ministro significa occuparsi di tutto, dalle piccole alle grandi cose ma si rischia di essere troppo assorbiti dall’impegno e di non avere contatto con la gente. Al contrario, sempre per rimanere nel campo amministrativo, fare il Vice Sindaco ti consente di avere contatto diretto con le persone che ti chiedono di risolvere quel problema lì, proprio quello davanti ai tuoi occhi, e tu hai possibilità di dimostrare subito il tuo impegno ed il tuo valore. L’amministrazione comunale risolvendo i problemi del cittadino fa sentire le Istituzioni vicine alla gente e questo mi gratifica molto. Dal punto di vista morale senza dubbio la Croce Rossa, perché senza che tu nemmeno lo sappia, ogni giorno, adempiendo ai sette principi, fai qualcosa che tocca varie parti del Mondo ed agisci a favore dei più deboli, dei più fragili, dei più bisognosi, di quelle persone insomma che non vedrai forse mai e che non ti ringrazieranno mai, ma che hanno bisogno di aiuto. Sono stata, sono e sarò sempre una donna di Croce Rossa e come può notare ho il distintivo della Croce Rossa sulla giacca.
Il Commissario Straordinario della C.R.I. ha rilasciato una intervista al Messaggero nella quale ha dichiarato che la C.R.I. è una Ferrari a cui non avevano messo la benzina. Lui lo ha fatto e la Ferrari corre perfettamente. Che ne pensa di questa affermazione?
Speriamo che basti questo e ne sarei felice perché quella Ferrari l’ho avuta in mano io per molti anni e non mi sembra, visti i risultati, che non avesse benzina. Vorrei solo ricordare che quando sono arrivata alla Croce Rossa Italiana quale Commissario Straordinario, l’Ente era commissariato da ben diciassette anni e quindi senza la partecipazione diretta dei soci e con bilanci disastrosi; ho cercato di far finire nel più breve tempo possibile il commissariamento, ho indetto le elezioni e quindi consentito una gestione collegiale dell’associazione da Roma a tutta la periferia, ridando tra l’altro dignità alla C.R.I. e restituendola ai suoi soci. Nel frattempo la C.R.I. con tutti i suoi dipendenti civili e militari, con tutte le sue componenti volontarie e con i suoi soci, ha continuato ad operare in Italia ed in tutto il Mondo con la solita abnegazione e professionalità. Credo che l’attuale Commissario abbia trovato una Ferrari ben registrata e con grandi esperti alla guida. Mi auguro per il bene e la gioia di tutti noi che la C.R.I. continui a far bene.
Che idea ha del Corpo Militare della C.R.I. – Ausiliario delle Forze Armate dello Stato -?
Lei ed io siamo stati protagonisti di accesissime battaglie quando io presiedevo la Croce Rossa Italiana e lei era portavoce e membro del CO.CE.R. del Corpo Militare della C.R.I.. Credo di aver dimostrato nel tempo, vedendolo e ammirandolo sul campo, la stima e la riconoscenza che nutro nei confronti del Corpo Militare per il quale, e non è un mistero, mi sono battuta fortemente anche a Ginevra. Il vertice internazionale della Croce Rossa non vedeva di buon occhio l’esistenza di questo Corpo Militare ma io ho fatto capire che esso è stato l’origine, in Italia, della Croce Rossa e che non era mai venuto meno, nella sua ultracentenaria storia, ai principi e alla neutralità della stessa Croce Rossa, della quale era ed è parte essenziale. Visto i tempi che percorriamo, che sono purtroppo pieni di guerre, conflitti ed emergenze nazionali ed internazionali, l’ausiliarità della C.R.I. alle Forze Armate, arricchisce quest’ultime di una parte umanitaria ed aiuta il Corpo Militare ad essere, come è nella tradizione, efficiente, preparato e moderno come i tempi esigono.
Senza essere di parte, chi vincerà le prossime “europee”?
Sono un po’ in imbarazzo, vedo grande equilibrio tra le forze in campo.
Un aggettivo per Silvio Berlusconi.
Un eccesso di ottimismo, pensa che la politica sia solo guida o scelte illuminate e non quello che invece realmente è, cioè mediazione ed umiltà.
Cosa farà da grande l’Onorevole Garavaglia?
Non lo so ancora perché la vita è imprevedibile. Quando sono stata nominata Vice Sindaco è stata per me una sorpresa perché mi ero messa da parte e mi ero affidata alla provvidenza, la quale si interessa dei gigli dei campi, degli uccelli e di ognuno di noi. Avevo ripreso ad insegnare all ‘università, a leggere, a studiare e a scrivere, poi un giorno mi ha telefonato Veltroni che desiderava un Vice Sindaco donna e cattolica. Sono bastate due telefonate e due chiacchiere con Rutelli e Marini, i miei riferimenti, ed ho accettato. Ora penso solo a lavorare bene per Roma e per i romani, poi quando sarò grande si vedrà.
Che mi dice dell’Inter?
Lei da juventino sarà senz’altro contento di come vanno le cose a noi, vero?
…Veramente in questa sede le domande le faccio io!
Ah. Ah, le dico comunque che noi dell’Inter siamo abituati a soffrire ma sono certa che prima o poi torneremo a vincere come è nella nostra tradizione.
La ringrazio e arrivederci.
Grazie a lei e a presto.
Pubblicato su “Forum” in data 26.10.2003