Cervia tra calcio e TV. Sotto i riflettori per 9 mesi, le gesta sportive dei giocatori allenati da Ciccio Graziani
Lunedì prossimo avrà inizio “Campioni, il sogno”, il nuovo reality show di Mediaset, che vedrà protagonista la squadra di calcio del Cervia impegnata nel campionato di eccellenza. Mister del Cervia calcio è Ciccio Graziani, un campione amato da tutti gli sportivi italiani e dal carattere simpatico e scansonato, campione del mondo in Spagna nel 1982 ed “indimenticato” centravanti di Toro e Roma. Da lunedì, dunque, un altro “tormentone” entrerà nelle nostre case ma stavolta non saremo attratti dalla simpatia di Tarricone e dalle “forme”, peraltro gradevolissime di Mascia, ma da un gruppo di ragazzi che le telecamere spieranno in ogni dove, ventiquattro ore al giorno e che gli appassionati di calcio e non adotteranno come loro idoli. C’è da ritenere che la Domenica il tifoso laziale e romanista, così come quello juventino e cagliaritano, chiederà alla fine delle partite, subito dopo il risultato della propria squadra, cosa ha fatto il Cervia? Ed allora, se sarà così, Mediaset avrà vinto la scommessa, avrà confezionato un talk di interesse che fa vivere allo spettatore emozioni intense e che rapisce l’attenzione. Durante la settimana, oltre a vedere, come detto, i giocatori allenarsi e vivere la loro quotidianità nelle varie sfaccettature, ci saranno collegamenti con ospiti in studio e poi il sabato Ciccio Graziani annuncerà in diretta la formazione che scenderà in campo il giorno successivo. Anche il pubblico potrà dire la sua, votando tre giocatori che Mister Ciccio dovrà impiegare sin dall’inizio della partita. Una bella avventura tutta italiana, fatta di calcio, Tv e risate e che alla fine del campionato vedrà i tre giocatori più votati dal pubblico andare in ritiro con Juventus, Milan ed Inter. Profittando di una breve vacanza a Milano Marittima e di una vecchia conoscenza con mister Graziani, nata a Trigoria quando entrambi avevamo qualche capello in più, ho incontrato il “Ciccio nazionale” e ho parlato con lui del calcio di ieri, di quello di domani e del Cervia.
Allora Ciccio, eccoci ancora a parlare di calcio. Toro, Fiorentina e Roma, che mi dici?
Sono le squadre nelle quali ho giocato e Torino, Firenze e Roma sono le città nelle quali ho inevitabilmente gli amici più cari. La mia è stata una carriera ricca di soddisfazioni, coronata anche con la vittoria di un Mondiale. Ho giocato molte partite, mi sembra 64, in Nazionale, realizzando ben 63 reti ed ho segnato inoltre 132 reti in serie A. Niente male insomma, mi posso accontentare, che dici?
Sai bene la stima che ho per te fin dai tempi di Trigoria. Piuttosto raccontaci del Graziani allenatore.
Mi piace troppo il calcio e il contatto con i giovani ed ho deciso di rimanere nell’ambiente, con altri ruoli, quando ho finito con il calcio giocato. Ho iniziato ad allenare gli allievi nazionali della Fiorentina, poi sono stato per tre mesi il mister della prima squadra a seguito dell’esonero di Giorni, poi ho allenato in B prima la Reggina e successivamente l’Avellino. Spinto dal richiamo di alcuni amici mi sono buttato d’istinto nel ramo dirigenziale facendo per 5 anni il presidente dell’Arezzo e al termine di quella esperienza ho deciso di riprendere a fare il mister ed ho portato dalla C1 alla B il Catania. Ultima esperienza sulla panchina prima di questa esaltante che sto vivendo con il Cervia è stata quella con il Montevarchi.
Parlaci del Cervia.
Beh, che dire, un impegno stimolante e diverso dai precedenti, continuo a fare l’allenatore che per me è il massimo, è assolutamente gratificante ma in più avrò una telecamera che spierà sia me che i miei ragazzi pertanto dovrò essere più concentrato. Ne deve uscire, così come è nella realtà, una immagine pulita del calcio, di questo splendido sport che non ha latitudine e che unisce milioni di appassionati nel mondo. Deve essere la festa dello sport, dell‘impegno, dell’agonismo e della correttezza!
Sei rimasto più attaccato alla “Maratona”, alla “Fiesole” o alla “Sud”?
Ciccio è un “bonaccione”, ovunque va intrattiene bei rapporti con tutti, io sono un compagnone e il mio cuore è diviso in parti uguali per le tre curve.
Claudio e Patrizio Sala, Zaccarelli, Paolino Pulici e Gigi Radice. A cosa stai pensando?
A un gruppo di amici che hanno scritto un pezzo importante di storia del Toro e che hanno vinto solo uno scudetto perché c’erano altre grandissime squadre in quel periodo.
Li senti ancora?
Sì, siamo rimasti amici e di tanto in tanto ci sentiamo.
Senti anche Causio, Furino e Bettega?
Ho capito a cosa alludi ma si tratta solo di altri tre grandi campioni ed amici con i quali eravamo divisi solo da un sano spirito sportivo ed agonistico. Pensa che alla fine dei derby di Torino, Zoff e Castellini cenavano sempre insieme qualunque fosse il risultato.
Cosa mi dici del rigore che hai sbagliato contro il Liverpool?
Niente che già non abbia detto centinaia di volte, un’amarezza grande non tanto per me, che avrei aggiunto un altro prestigioso tassello alla mia ricca e fortunata carriera, quanto per i tifosi giallorossi che ho visto piangere increduli, al di là dell’età e della condizione sociale, alla fine della partita. Era una festa popolare, non meritavano quella fine né i tifosi né noi giocatori che avevamo fatto grandi cose tutto l’anno.
Sei un giovane che ha vissuto tutta la vita nello sport e a contatto con i giovani. Sai che ci sono in giro per il mondo oltre 10.000 militari italiani, per la maggior parte giovanissimi, che in nome della libertà e della democrazia rappresentano l’Italia. Questi giovani non guadagnano quanto i campioni che osanniamo quotidianamente, ti senti di dare loro un messaggio?
Amo i giovani e la loro forza ed energia. Chi fa sport ad alti livelli ci rappresenta nel mondo con dignità e valore ma mai con la grandezza spirituale, umana e professionale di questi valorosi sodati italiani che girano il mondo per riportare serenità in altri paesi disgraziati e sfortunati. I soldati sono sempre presenti ogniqualvolta c’è una emergenza naturale o un evento bellico e i nostri ragazzi ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani. Quando uno di questi giovani perde la vita, è come se la perdesse un fratello o l’amico della porta accanto.
Il Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Salvatore Cicu, vuole organizzare un evento sportivo a scopo benefico in Sardegna. Può contare sulla tua presenza?
Ma certamente Ercolì, sono sempre disponibile per iniziative umanitarie e se l’evento di cui tu mi parli non capiterà in un momento in cui ho impegni professionali, sarò felice di essere presente.
In ultimo, Ciccio, nel calcio attuale, dove emergono centravanti alla Inzaghi, alla Crespo, alla Corradi, alla Trezeguet, come deve sentirsi un ragazzino al quale il mister gli dice: ”giochi come Graziani”?
Deve essere contento perché significa che è uno che da sempre tutto, che quando entra in campo ha sempre voglia di vincere, che non si arrende mai e che ogni tanto la butta dentro.
Ed io aggiungerei anche che Ciccio,
Ed io aggiungerei, che a differenza degli altri centravanti nominati, è stato anche Campione del Mondo.
Beh, mica male allora ….
Grazie Ciccio, buon lavoro e a presto.
Ciao e a stasera.
Pubblicato su “Il Giornale d’Italia” in data 04.09.2004