Il 26 Dicembre, mentre ci apprestavamo a continuare con parenti ed amici le abbuffate natalizie, le edizioni straordinarie dei vari TG ci hanno informato impietosamente dello tsunami che poche ore prima aveva colpito località della Thailandia, dello Sri Lanka, delle Maldive,della Birmania. All’Italia è stata subito affidata dalla Comunità internazionale la regia dei soccorsi. Si è dimostrata ancora una volta la capacità del nostro Governo e nella fattispecie del Ministro degli Affari Esteri -Gianfranco Fini- di gestire situazioni di emergenza. Abbiamo voluto affidare all’amico e Carabiniere Massimiliano D’Amario, partito volontario a portare il suo aiuto alle zone colpite dallo tsunami, il racconto di questa immane tragedia, attraverso le voci di protagonisti che l’hanno vissuta in prima persona e foto che dimostrano inequivocabilmente lo stato di quelle terre. Abbiamo posto ai nostri interlocutori la seguente domanda:
Cosa può raccontare dello tsunami?
Dottor CHUSAK (Medico)
Nazionalità: Thai
Kata Beach – PHUKET
Come ogni mattina stavo lavorando nella mia clinica quando improvvisamente ho sentito molta confusione e gente che urlava. Uscito fuori dalla clinica ho visto molte persone correre in direzione opposta al mare. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo e un abitante locale mi ha riferito che un’onda gigantesca si era abbattuta su Kat. Fortunatamente il mio studio rimane abbastanza lontano dalla spiaggia e non è stato danneggiato da questa immane tragedia. I soccorsi sono stati rapidi ed efficienti, le persone ferite lievemente sono state curate nella mia clinica mentre i più gravi sono stati trasportati a Patong.Sono molto contrariato invece dal fatto che non si è provveduto a dare comunicazione di quanto stava per accadere, perché nella zona di Khao Lak, dove ci sono state più vittime, l’onda è arrivata 30 minuti dopo Phuket e molte persone si sarebbero potute mettere in salvo se avessero saputo ciò che stava per accadere.
Jao CHUMCHUEN (Poliziotta)
Nazionalità: Thai
Sono triste e al contempo fortunata per quello che è successo. Alcuni mesi fa sono stata trasferita da Patong (la zona più colpita dal maremoto a Phuket) ad una stazione di polizia situata nell’entroterra. Nei minuti successivi al maremoto tutti eravamo impegnati a portare soccorso ai malcapitati. Purtroppo un mio collega con il quale ho trascorso alcuni anni di lavoro ha perso la vita e io non potrò mai dimenticare il suo sorriso. La località di Patong mi piaceva davvero molto ed io ero felice di lavorarvi, dopo quell’episodio non sono tornata lì perché mi vengono in mente cattivi pensieri…Mi auguro che un giorno tutto possa tornare come prima!
Cecilia HALLIN
Nazionalità: Svedese.
(Proprietaria di un ristorante)
Tremendo, una vera e propria disgrazia. Si è portato via i miei amici, i miei due ristoranti, i soldi guadagnati con anni e anni di durissimo lavoro. All’inizio abbiamo pensato a tutte queste cose ma poi con il passar del tempo abbiamo realizzato che nella disgrazia siamo comunque stati fortunati perché mio marito, mio figlio ed io siamo salvi. Il ricordo dello tsunami è terribile, ero in cucina mentre lavoravo e mio marito mi ha preso di forza e mi ha portato via, abbiamo capito subito e abbiamo corso più forte che potevamo. Per due giorni ci siamo riparati su una montagna perché ci avevano detto che l’evento si sarebbe potuto ripetere e lì saremmo stati al sicuro. Ormai qui non abbiamo più niente, partiremo tra un mese per la Svezia, lavoreremo duramente per mettere da parte risparmi e per poter ritornare tra qualche anno qui e riaprire un nostro ristorante. Ce la dobbiamo fare.
Theo DE LON
Nazionalità: Filippina (Turista)
Terribile che un posto così bello come Patong possa essere stato distrutto e tanta gente abbia perso la vita. Io sono stata fortunata ma i miei occhi non potranno mai dimenticare ciò che hanno visto: hotel, case e negozi completamente distrutti, macchine, moto e camion accartocciati, morti da ogni parte. Sono certo che questo posto ritornerà come prima e già adesso molti turisti stanno iniziando a tornare e Patong sta iniziando a vivere nuovamente.
Maricon SANCHEZ
Nazionalità: Filippina
(Cantante)
Fino a pochi minuti prima dello tsunami ero in spiaggia a fare ginnastica e tutti erano impegnati nelle proprie attività: chi lavorava nei ristorantini, chi era con i figli a nuotare, chi leggeva. Tornata a casa, mentre mi stavo per spogliare, ho visto il mio appartamento invaso dall’acqua e sono fuggita nei piani alti da dove ho visto ciò che purtroppo stava accadendo. Volevo fare qualcosa ma non potevo fare nulla e questo dispiacere lo porterò sempre con me, è stato terribile vedere morire con i propri occhi molta gente e rimanere impotente. Ho perso amici, conoscenti e lavoro, ma sono fortunata perché sono viva. Da poco tempo lavoro a Phuket town come segretaria e non lascerò mai la Thailandia perché mi piace il carattere di questa gente.
Dingkey GOMEZ
Nazionalità: Filippina (chitarrista)
Al momento della tragedia stavo giocando a carte con i miei colleghi della band e uno di loro si è affacciato alla finestra perché sentivamo grida e pianti. Abbiamo capito immediatamente cosa stava accadendo e per prima cosa ci siamo occupati di uno dei nostri ragazzi che è un disabile, quindi siamo scappati via dalla stanza e ci siamo messi in salvo. Non si può descrivere quello che abbiamo visto perché le parole non basterebbero. Ora siamo senza lavoro ma aspettiamo la riapertura, che sembra imminente, del bar dove lavoravamo e ad Aprile, quando molti turisti torneranno, noi saremo lì a suonare la chitarra.
Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” n. 9 del 2005