Don Antonio Fragasso tra calcio e politica

Un metro e ottantotto di altezza per centotrenta chili di bontà, questo è Antonio Fragasso da Castelforte. I Presidenti delle squadre se lo litigano ogni anno, i suoi calciatori gli rimangono fedeli anche quando approdano in Nazionale o alla Juve. Lui, sornione e pacioso, se ne sta tranquillo ad aspettare che uno dei suoi tre cellulari squilli, per concludere un acquisto o una cessione o per dettare alla segretaria una delibera da far approvare nella prossima giunta comunale. Il suo cervello, proporzionale al suo fisico, è in continua attività e lui passa con estrema naturalezza da un colloquio con un Ministro ad uno con un Presidente di serie A o della Liga spagnola. Non ama le cravatte ed i gemelli da polso ma ama profondamente la lealtà, il rispetto e l’amicizia. Un uomo d’altri tempi insomma, che puoi trovare la mattina in piazzetta con Carminuccio a bere birra e la sera all’hotel Brunn di Milano a brindare per il compleanno con Moggi. A lui, il Direttore, non importa il censo o il conto in banca ma solo la correttezza delle persone.

Hai due amori, politica e sport, parlane.

A dire il vero ho tre amori, perché anche le donne per me sono importanti, comunque a parte gli scherzi posso confermare che amo profondamente sia la politica sia lo sport e l’attaccamento a questi due mondi mi ha spinto, giovanissimo, a congedarmi dall’Esercito Italiano, ove rivestivo il grado di Maresciallo, per dedicarmi totalmente a loro. La politica mi permette, da quarant’anni, di impegnarmi per il mio paese, la mia Provincia, la mia Regione. Cerco soprattutto di aiutare le persone che hanno redditi deboli e il mio motto è “tra la gente per la gente”. Il mio impegno è stato sempre riconosciuto dai miei concittadini che hanno sempre sostenuto le mie idee e i candidati che di volta in volta ho loro proposto. Lo sport mi consente, anche questo da quarant’anni, di stare tra i giovani e di rimanere mentalmente giovane. Grazie proprio a questo, oltre evidentemente a inclinazioni caratteriali genetiche, riesco a conservare energia, entusiasmo e forza in tutte le cose che faccio. Posso dire con fierezza che sono amico dei giovani e dei vecchi e che la mia condotta morale si impernia sulla vivacità dei primi e sulla saggezza dei secondi.

Dai del tu a Ministri e Sottosegretari di prima e seconda Repubblica e a quelli che comandano il calcio. Perché sei rimasto a bere birra a Castelforte?

Perché nella vita i soldi non sono tutto e per me è più importante mangiare un boccone e bere un bicchierino con un mio compaesano, che non avere il conto in banca con più zeri. L’amicizia, l’affetto, l’amore per il mio paese sono per me valori impagabili e per questi ho rinunciato a offerte importantissime dal mondo del calcio e dalla politica. D’altra parte a me piace essere impegnato sia nella politica sia nello sport ed un impegno più forte in uno di questi due settori avrebbe escluso l’altro.

Cambi spesso casacca politica.

Le volte che è giusto cambiarla. Non sono servo di nessuno, non ho padroni e mi piacciono la correttezza e la lealtà, quando vedo che queste vengono meno batto i pugni sul tavolo perché posso permettermelo, perché dalla politica non ho avuto ma ho dato e molto ancora darò.

È vero che nonostante la tua amicizia con Gianfranco Conte e con Michele Forte, stai per migrare con i tuoi adepti nell’Udeur?

Non posso sottostare a sporchi giochi di palazzo e intrighi che inficiano accordi preelettorali, impegni assunti e soprattutto che non rispettano l’amicizia. Sono onorato di essere molto amico del Sottosegretario Conte che è un politico corretto e leale e altrettanto un buon amico del Senatore Forte che è un uomo dalla scorza dura ma passionale ma ciò purtroppo non mi permetterà, presumibilmente, di rimanere nella CDL. Mi sono autosospeso otto mesi fa dall’Udc perché non ne condividevo certe posizioni che nel tempo sono, ahimè, peggiorate. Era stata assicurata la nomina di assessore provinciale a Pasquale Fusco, persona capace e competente ed oggi, oltre a non avere avuto quell’incarico, Pasquale rischia di non essere confermato neanche alla guida della comunità montana per il volere di un noto esponente forzista di SS. Cosma e Damiano. Ecco, io credo che il mio amico Michele Forte, che è anche Presidente del Consiglio provinciale di Latina, si sarebbe dovuto battere con maggiore energia per far mantenere quel patto. Questa è solo una delle tante divergenze nate nell’ultimo anno e che mi stanno facendo pensare seriamente di transitare, con gli amici e gli elettori, nell’Udeur di Mastella, un politico con la P maiuscola ed un amico che mi si è dimostrato negli anni disponibile.

Fragasso e il calcio.

Una passione sfrenata ed appagante. I miei maestri sono stati Walter Cruciani e Domenico Biti. Quando ho capito la mia inclinazione per questa professione ho frequentato il Corso per Direttori Sportivi di Coverciano, classificandomi ai primissimi posti e discutendo una tesi sulla giustizia sportiva, sulle sentenze della CAF e sulle carte federali.

Tanti i giocatori che hai fatto approdare in Serie A, B e C.

Davvero tanti, Giannichedda, Fava, Pecchia, Brunner, Lotti, Serao, Rossitto, Bellodi, Lo Bue, Pastore e tanti altri ancora. Ti ho citato solo i più recenti con cui ho ancora oggi un forte rapporto di amicizia e stima.

Racconta qualche retroscena.

Non tutto si può e si deve dire pubblicamente. Quando era alla Roma, Perinetti venne a Pontecorvo per un provino di oltre cento ragazzi e tra questi c’era Giannichedda. Nessuno credeva in Giuliano perché aveva un fisico gracile, ma per me aveva anche una grandissima personalità. Oggi Giannichedda è della Juve e gioca in Nazionale. Ricordo la cessione dell’allora giovanissimo Fabio Pecchia all’Avellino di Sibilia e le due cessioni di Dino Fava al Napoli. Rammento i grandissimi sacrifici di Alex Brunner, che giocava con me in C2 nel Formia e faceva il militare a Napoli. Quando aveva tre ore di permesso, a differenza di altri compagni di squadra e commilitoni -sto parlando di Oliva e Spaggiari, due giovani che l’Inter mi aveva dato in prestito- Alex correva a Formia ad allenarsi. I sacrifici uniti al talento premiano e infatti Brunner gioca da quindici anni in serie A e gli altri due, benché dotati di talento, non hanno avuto grande fortuna nel calcio. Di ogni giocatore ho un ricordo e una immagine ma ogni trattativa ha una storia a sé, legata al calciatore che assisti, alla società con cui tratti e alle condizioni economiche del momento.

Tanti anche gli allenatori dei quali sei amico.

Ne ho conosciuti centinaia. Un rapporto cordiale ce l’ho con Corrado Urbano, che è un allenatore serio e preparato, con un passato importante da calciatore. Ottimo è anche il rapporto che ho con l’allenatore del momento, il neopromosso in serie A, Mario Somma. Un allenatore in gamba con il quale mi sento tutti i Lunedì mattina, all’ora di colazione, per commentare la partita del suo Empoli. C’è un altro mister che arriverà in serie A, si tratta di Nello Di Costanzo che allena da qualche anno in serie C e che per me seguirà le orme di De Canio, al quale predissi il suo successo. E poi c’è Carmine Falso, che è nato a Ventosa, vive a Scauri ed è il mister di casa nostra. Carmine ha giocato a buonissimi livelli in serie C ed è diventato allenatore professionista frequentando la scuola di Coverciano insieme ad illustri colleghi che siedono oggi sulle panchine di serie A e B. Falso è una persona cordialissima fuori dal campo e un mastino con la squadra, non vuole perdere neanche le partite amichevoli. Anche lui farà strada vedrai.

Sei amico anche di Direttori Sportivi e Direttori Generali.

Quando avevo qualche capello in più, perché i chili sono sempre stati quelli, frequentavo i Pontello, i Pozzo, Lombardi. Ho tuttora un ottimo rapporto con Giorgio Perinetti, Mario Mariottini, Pantaleo Corvino -che ha appena firmato con la Fiorentina-, Carnevale, Nela, Oscar Damiani e qualche coppa di champagne l’ho bevuta anche con Luciano Moggi… e non aggiungere altro Ercole, a me piace vivere a Castelforte punto e basta.

Se sei davvero bravo, perché non ti sei accorto di me?

No, no, mi sono accorto bene di te. Avevi un bel tocco di palla ma non avevi voglia di sacrificarti. Ti piacevano la divisa, la macchina da scrivere, la politica e le donne e infatti sei Ufficiale, sei giornalista, lavori con un politico e fai il play boy. Come vedi ho visto bene anche in questo caso.

DICONO DI ANTONIO FRAGASSO

Giuliano Giannichedda (Centrocampista Nazionale e Juve):Antonio Fragasso rimane il Direttore, così lo chiamavo quando giocavo con lui e così continuerò a chiamarlo sempre. È una persona davvero importante per il calcio e che lavora con entusiasmo e generosità. E’ stato importantissimo per me.

Dino Fava (Attaccante Udinese): Antonio è una persona  eccezionale, un vero talent scout che lavora con passione e competenza e che è sempre disponibile con tutti. Mi fa sempre piacere incontrarlo o sentirlo perché con me si  è comportato correttamente e mi ha sempre dato consigli utili. Un amico vero.

Alex Brunner (Portiere Cagliari): Un amico. Questa è la prima cosa che mi viene da dire di Antonio Fragasso. Una vita dedicata al calcio con grande competenza e ottenendo risultati di primissimo piano. Antonio segue i suoi giocatori dall’inizio alla fine e per loro è un  fratello maggiore prima ancora che un Direttore Sportivo.

Massimo Lotti (Portiere Benevento): Una delle persone più preparate e competenti che abbia conosciuto nel calcio. Un Direttore di categoria superiore per il modo di lavorare che ha e per il modo di relazionare con i suoi giocatori. Non lavora in Serie A solo per sua volontà. Una persona a cui sono molto affezionato.

Andrea Carnevale (Ex Nazionale, Roma, Napoli e Udinese, oggi Responsabile nazionale osservatori Udinese): Un grande operatore di calcio, il migliore in assoluto della zona. Se cerchi notizie di un giocatore del Lazio e vuoi sapere se è opportuno acquistarlo chiami Fragasso e sai con certezza se fai l’affare oppure no. Antonio è una persona che lavora con grande impegno e che ha sempre ottenuto brillanti risultati.

Carmine Falso (Ex Roma e Allenatore Professionista ): Unico. Ovunque io ho allenato, quando venivano a sapere le mie origini, i Presidenti, gli allenatori, i dirigenti e i giornalisti mi dicevano che conoscevano un grande Direttore Sportivo della mia zona, alto, grosso e capace, si riferivano sempre ad Antonio Fragasso. Cosa altro devo aggiungere se non confermare che è il più grande nel suo ruolo?

Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” n. 22 del 2005

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