Non volevo e non potevo, per il carattere che ho, mandare in stampa il mio libro senza “il botto finale”, “il colpo sensazionale”, “lo scoop della vita”, “l’intervista alla personalità delle personalità” e anche questa volta, un po’ per bravura e un po’ per fortuna, sono riuscito proprio al novantesimo minuto, mentre l’arbitro ops l’editore, stava per fischiare la fine del tempo, ad intervistare una persona amata e stimata da tutti gli italiani, Giulio Andreotti.
Molte altre volte, quando mi recavo all’Ordine dei giornalisti, sito nei pressi di uno dei suoi uffici o quando andavo a trovare il parroco di una Chiesa nel cuore di Roma che il Presidente è solito visitare, l’ho incontrato e ho sperato di intervistarlo, ma non ho mai osato chiedere tanto.
Poi un giorno, all’improvviso, ho avuto l’audacia di chiedere ad alcuni amici che lo conoscevano l’opportunità di intervistarlo e la mia perseveranza e testardaggine sono state premiate e sono riuscito nell’impresa di realizzare un sogno (continuato nel tempo, perchè da quel giorno tante altre volte ho avuto il privilegio di incontrarlo. ps Il Presidente ammirava molto che scrivessi solo con la stilogtafica!)
Per la verità con il giornalismo e con questo libro di sogni ne avevo già concretizzati molti intervistando personaggi pubblici di primissimo piano nel campo delle istituzioni, della politica, dello spettacolo, del giornalismo e dello sport ma essere riuscito ad intervistare il Presidente Andreotti per me ha rappresentato, calcisticamente parlando, come fare un gol decisivo al novantesimo minuto di una finale della coppa del mondo.
Questo perché Giulio Andreotti è tra i personaggi politici italiani più conosciuti ed apprezzati nel Mondo, perché è colui che ha dominato la scena politica dagli anni ’50 ad oggi, perché ha ricoperto costantemente incarichi di primissimo piano tra i quali mi permetto di rammentare quello di Presidente del Consiglio per sette volte, di Ministro della Difesa, degli Esteri, delle Finanze, del Bilancio, dell’Interno e del Tesoro.
Alcuni dei suddetti incarichi di Governo li ha ricoperti anche più volte e in Legislature diverse.
Laureato in Giurisprudenza e Presidente dal 1942 al 1944 della Fuci, il Senatore Andreotti è stato fin dal 1945 strettissimo collaboratore di De Gasperi accumulando una straordinaria esperienza di Governo con un maestro di tale guisa e livello che ha ben saputo approfondire in oltre cinquanta anni di vita da protagonista assoluto del palcoscenico politico italiano.
Dotato di grande diplomazia e capacità di manovra, di grandissima intelligenza ed acume, Giulio Andreotti piace alla gente anche per il suo finissimo humor e per la sua straordinaria serenità, che gli hanno sempre permesso e ancora oggi gli permettono di riuscire a superare brillantemente le difficoltà che nella vita di un uomo inevitabilmente capitano.
In una intervista che mi è stata richiesta qualche tempo fa da un collega, alla domanda di citare i nomi di alcuni personaggi pubblici che ho intervistato e che rendono lustro all’Italia, ho risposto omettendo il nome del Presidente che a quel tempo ancora non avevo avuto il privilegio di intervistare. Aggiornandola aggiungerei ai personaggi nominati ovviamente anche Giulio Andreotti.
Felice di averlo intervistato e di poter dire ai miei nipotini, tra tanti, tanti anni, quando lo studieranno sui libri di storia, “…nonno lo ha conosciuto ed intervistato…”.
Egregio Presidente, lei che è stato ed è un protagonista assoluto della vita politica italiana e d’oltre confine, come giudica l’attuale momento politico internazionale?
Lasci stare il “protagonista”, sono solo un osservatore forse un po’ privilegiato. La situazione internazionale oggi è un po’ confusa e non si sono trovati ancora modelli validi dopo il crollo del sistema Est/Ovest.
Stante la sua grande competenza, che tra l’altro l’ha vista negli anni anche alla guida del Ministero degli Affari Esteri e delle Finanze, come valuta l’attuale situazione economica europea ed in particolare italiana?
Siamo in un’aurea di mediocrità. Rimangono però tuttora troppi dislivelli tra i Paesi ed all’interno di molti Paesi.
I suoi ex colleghi della D.C. hanno proposto nel tempo i propri “delfini” mentre lei no. Mancanza di candidati di spessore che incarnano i suoi valori e i suoi principi?
Non mi metterei a piangere per la mancanza di superuomini.
Che idea ha del Federalismo?
È un po’ anomalo crearlo dall’alto. Se però vuol dire solo sviluppare di più il disegno regionale fissato nella Costituzione, non c’è da allarmarsi.
L’unità nazionale ha combattuto e vinto il terrorismo, riuscirà la comunità mondiale a sconfiggere il terrorismo internazionale che mina la serenità di tutte le popolazioni?
Il terrorismo non è un movimento internazionale omogeneo. Vi sono i Bin Laden (di varia estrazione) e vi sono movimenti legittimi di indipendenza. Apprezzo quanto disse Bush dopo l’11 Settembre invitando a considerare Bin Laden un traditore della propria religione.
Si è confrontato e ha relazionato con migliaia di politici, chi, di quelli non più in attività sarebbe oggi utile alla comunità internazionale e al nostro amato Paese e perché?
Utili sono i non fondamentalisti, cioè coloro che si ispirano al compromesso tra le aspirazioni e le possibilità concrete. Compromesso sui principi mai, ma per il resto la virtù della moderazione è preziosa. Purtroppo manca.
Lei ha sempre dato l’impressione di fare politica per vocazione e per passione. Questi sentimenti animano per lei anche i politici di oggi, che ai più sembrano solo alla ricerca di privilegi?
Non bisogna esagerare sia nelle critiche che negli elogi.
Moro, Saragat, Pertini, Almirante, Berlinguer, Cossiga e Craxi, sono solo alcuni dei personaggi politici con cui lei ha lavorato.Può indicarci i loro pregi e i loto difetti?
Certamente le loro virtù erano (o sono) superiori ai loro difetti ma lascio l’analisi ai singoli biografi.
Mi dica un aggettivo per Berlusconi e uno per Prodi.
Sarebbe utile che parlassero a voce più bassa e senza reciproche demonizzazioni.
Fecondazione: si può trovare una mediazione che non divida le anime del Paese?
Il fatto che il concepito sia una creatura è ormai scientificamente accolto. Di qui l’assurdità di certe norme (tutela della vita solo dopo alcuni mesi) ma occorre far maturare internazionalmente il problema e la ricerca di normative giuste.
Mi può parlare del suo impegno cattolico?
La fede è un dono di Dio. Io l’ ho avuto sin dall’infanzia e ringrazio la mia famiglia per avermelo trasmesso.
Che legame ha Presidente, con le province di Latina e Frosinone alle quali siamo entrambi particolarmente legati?
Mi hanno insegnato a conoscere territori e persone. A mia volta ho cercato e per quel che posso continuo di partecipare al loro sviluppo. Sono popolazioni umanamente molto profonde (sia pure con notevoli diversità tra loro).
Uno striscione allo stadio recita: “La Roma si ama non si discute”. La pensa anche lei così?
Personalmente sì, fin dalla sua nascita (avevo allora otto anni).
Lei, tra l’altro, è anche giornalista e scrittore, dall’alto della sua esperienza che consiglio si sente di dare al giovane giornalista e scrittore che le è dinanzi?
Riflettere bene prima di scrivere e non si atteggi mai a maestro e superuomo. Eviti poi il pettegolezzo e non partecipi al mal sottile della divulgazione dei segreti istruttori.
La ringrazio Presidente per la sua squisita cortesia e disponibilità e per quest ‘ora di “scuola di vita” che mi ha regalato.
Grazie a lei e in bocca al lupo per il libro.
Intervista realizzata in esclusiva per “Cento Voci” in data 20.01.2006