Quarantasei anni, sposato con Alessia e padre di Riccardo e Lidia, Giovanni Donzelli è nato a Firenze e vive a Prato. Liceale, ha studiato prima Lettere e Filosofia e poi Agraria all’Università degli studi di Firenze ove nel 1994 ha aderito al Fronte Universitario d’Azione Nazionale (FUAN) del Movimento Sociale Italiano. Tre anni più tardi, nel 1997, alle elezioni universitarie è risultato primo e unico eletto fra i rappresentanti di destra nella storia dell’Ateneo. A seguire, è stato eletto Presidente Nazionale di Azione Universitaria e portavoce nazionale della Giovane Italia e nel 2004 Consigliere comunale a Firenze con Alleanza Nazionale che nel frattempo ha messo in soffitta il Movimento Sociale Italiano. Alle elezioni regionali in Toscana del 2010 viene eletto Consigliere regionale nelle liste del Popolo della Libertà e nel dicembre 2012 contribuisce a fondare Fratelli d’Italia, partito di cui sarà coordinatore dell’esecutivo nazionale ed oggi è responsabile dell’organizzazione. Dal 2018 è Deputato della Repubblica e si impegna con energia e determinazione per adempiere al mandato degli elettori che vedono in lui un giovane intraprendente e battagliero legato ai valori della Destra.
Perché sei entrato in politica e soprattutto perché a destra?
Era impensabile ed imprevedibile, sono entrato in politica come reazione ai collettivi universitari. A casa mia nessuno faceva politica, mio babbo era iscritto ai socialisti ma non seguiva più di tanto la politica o meglio non la viveva attivamente e come ben sai era molto impegnato in Croce Rossa. Mamma neanche a parlarne, insomma non ho avuto una vocazione familiare. Erano gli inizi degli anni Novanta, nel 1992 rimasi molto “colpito” dalle stragi di mafia ed iniziai per caso, se vogliamo, ad appassionarmi di politica e ad intenderla come uno strumento di soluzione alle problematiche della gente e del Paese. Subito dopo le stragi di mafia ci fu in Italia tangentopoli ed anche questo argomento mi interessò molto e calamitò la mia attenzione. Ero studente, stavo ultimando le superiori ed avvertivo che nel Paese stava davvero cambiando qualcosa, c’era l’avvento del bipolarismo: a Roma Fini contro Rutelli a Napoli la Mussolini contro Bassolino. Iniziai a vivere la politica con sempre più interesse e da tifoso e mi innamorai, politicamente parlando, di Fini. In quel periodo andai ad una festa Tricolore a Firenze, di nascosto da tutti e seppur nelle intenzioni volevo viverla con distacco percepii, al rientro a casa, che comunque non ero stato male a quella festa e che le idee di quei ragazzi ed il richiamo a certi valori li condividevo. Nel frattempo avevo raggiunto l’età per votare e votai Movimento Sociale Italiano, era il 1994 non c’era stata ancora la trasformazione in Alleanza Nazionale anche se il simbolo sulle schede era già quello della nascitura AN. In quell’anno iniziavo il mio percorso universitario e venivo etichettato nell’Ateneo fiorentino come fascista anche se quel periodo per ragioni anagrafiche non lo avevo ovviamente vissuto e se nessuno dei miei atteggiamenti, dei miei comportamenti e delle mie idee poteva essere ricondotto a quella ideologia e a quel periodo storico. Ti racconto, Ercole, il momento cruciale del mio “battesimo” nella destra. I ragazzi del Fuan avevano organizzato a Scienze Politiche un Convegno sulla par condicio, argomento “caldo” in quei giorni ed io che studiavo Lettere, che era più un centro sociale a cielo aperto che una facoltà universitaria, andai a seguire quel Convegno. Arrivato a Scienze Politiche ebbi la superficialità e la poca attenzione di chiedere in buonafede a dei ragazzi politicamente rossi di indicarmi dove si stava svolgendo il Convegno e mi ritrovai in un battibaleno a terra malmenato ed aggredito da un gruppo di facinorosi che si trovavano lì per tentare di impedire lo svolgimento di quel Convegno. Accortisi dell’accaduto e ritenendo fossi uno di loro, i ragazzi del Fuan accorsero prontamente e con energia in mio sostegno e la scampai solo, fortunatamente e grazie al loro tempestivo intervento. Ero colpevole, per i coetanei di sinistra, di voler seguire un dibattito sulla par condicio! Mi presentai ai ragazzi del Fuan con cui ci fu subito ovviamente empatia e conobbi proprio quel giorno l’amico Achille Totaro, oggi senatore di Fratelli d’Italia. Tre giorno dopo, il ventotto novembre, giorno del mio compleanno, entrai in sezione per la prima volta e mi iscrissi e da quel giorno non sono più uscito.
Credo sia giornalisticamente importante rilevare come sei nel partito dal 28 novembre del 1994 e come il 25 novembre, sempre del 1994, ti abbiano gonfiato di botte (ahahah)
E sì hai proprio ragione, due date che non posso e non voglio assolutamente dimenticare ma le botte ho continuato a prenderle ahahah
Che effetto ti fa sedere negli Uffici nei quali sedevano Giorgio Almirante, Michelini, Romualdi, Rauti, Fini, Tatarella, Lamorte e tanti altri sontuosi personaggi della destra?
Fa indubbiamente tremare le gambe, rende orgogliosi e spinge ad impegnarsi per rimanere sempre all’altezza. La Destra ha avuto alti e bassi nella storia Repubblicana e noi dobbiamo nel rispetto delle tradizioni e dei valori storici mantenerne sempre alto il nome ed il disegno originario e lanciarla verso vette sempre più alte ed al passo con i tempi. Fratelli d’Italia non è solo questa storia: raccoglie anche altri iscritti provenienti da altre esperienze di destra ma che hanno una storia ed un percorso diverso da quello di Giorgia, dal mio e da quello di tanti colleghi ed amici che fanno parte del direttivo del Partito. Penso a Guido Crosetto, che ne è stato uno dei fondatori o ad esempio Raffaele Fitto ed Elisabetta Gardini che notoriamente provengono da altri percorsi.
Tre nomi per tre sigle: MSI, AN FdI.
Giorgio Almirante per il Movimento Sociale Italiano, Gianfranco Fini inevitabilmente per Alleanza Nazionale e Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia.
Inevitabilmente. Hai scandito bene questo avverbio, perché?
Beh nel senso che di questo nuovo soggetto politico che rispondeva al nome di Alleanza Nazionale indubbiamente Gianfranco Fini ne è stato l’ideatore e l’artefice poi sui suoi comportamenti successivi è ormai inutile soffermarci perché già la storia e la politica hanno dato una sentenza.
Insomma, se incontri Fini ti prendi o no il caffè con lui?
Non c’è motivo e non ci sarà occasione per incontrarci ma se dovesse comunque capitare non avrei difficoltà a prendere un caffè con lui pur rappresentandogli che alla fine si è manifestato come una grande delusione per me. Anche se devo dirti che gli riconosco il merito di averci permesso, a Giorgia, a me e a tanti altri colleghi ed amici oggi di FdI, di crescere liberamente all’interno del partito sostenendo, anche finanziariamente, “campagne” e progetti che erano lontani dalle sue idee e dalla sua azione politica, penso per esempio ai referendum sui diritti etici sui quali lui si espose e su altri temi dove pur se in contrapposizione con lui abbiamo comunque avuto possibilità di agire liberamente e di non essere per questo invisi. E questo in mezzo a tanta delusione è comunque giusto riconoscerglielo.
Dalle sei di mattina alle due di notte elogi in TV, radio e su tutti i social Giorgia Meloni esaltandone pregi e lungimiranza politica. Quanto è gelosa Alessia ahahah
Ahahah per niente! Sono amiche e spesso Alessia quando non aveva impegni professionali e non era ancora mamma mi accompagnava nei tour e nei Congressi che presenziava Giorgia ed era anche al Congresso di Viterbo quando Giorgia fu eletta.
Come vedi Forza Italia e la Lega nel Governo nazionale insieme al Partito Democratico e ai Cinque Stelle?
Certo mi fa un po’ di effetto ma rispetto la loro scelta e resto un po’ contrariato quando mi capita di osservare che loro talvolta non rispettano la nostra che fin dal primo momento è stata netta e consapevole.
Salvini o Meloni, chi è il leader del centrodestra?
In questo momento Salvini, quando andremo al voto vedremo chi avrà più consensi da parte degli elettori ed ovviamente io mi impegnerò perché possa essere FdI e quindi Giorgia Meloni. Nel centrodestra abbiamo sempre rispettato le urne, quando Forza Italia era il primo partito della coalizione abbiamo riconosciuto in Berlusconi il leader, nell’ultima tornata elettorale più voti li ha presi Salvini e adesso riconosciamo lui come leader alle prossime elezioni vedremo quale sarà il partito con il maggior numero di voti. Detto questo riconoscendo in Salvini il leader attuale mi piacerebbe che anche lui si sentisse tale e rappresentasse più frequentemente tutta la coalizione, noi compresi, piuttosto che solo la Lega.
Il successore di Mattarella lo sceglieranno PD e Cinque Stelle?
Beh io mi augurerei che fosse il nuovo Parlamento ma non credo ciò possa accadere allora molto più realisticamente spero lo decidano l’attuale Parlamento ed i Consiglieri regionali delegati ed i numeri non sono proprio così schiaccianti come la sinistra vuole far credere e come in tanti iniziano ad accorgersi soprattutto in considerazione che gran parte delle Regioni sono targate centrodestra. Il voler far restare in piedi, da parte della sinistra, un Parlamento che non è più rappresentativo della volontà degli italiani solo per eleggere un Presidente della Repubblica di suo gradimento è fallito perché nel frattempo c’è stata la scissione con Renzi e l’emorragia nei Cinque Stelle che non è destinata a finire ma credo aumenterà. Tutto questo porta a numeri diversi e prospettive diverse.
Donzelli/Renzi: due caratterini niente male ed un passato in cui hai lavorato per il papà di Matteo, il signor Tiziano.
Ero giovane e mi mantenevo agli studi lavoricchiando perché in casa non apprezzavano molto la mia idea di far politica e quindi volevo rendermi autonomo ed indipendente. Tra mille lavoretti ho venduto “La Nazione” ai semafori la mattina e nei locali la sera e facevo anche volantinaggio: così ho conosciuto la loro ditta. Esperienza molto positiva e sulla quale non ho nulla da eccepire e da contestare. Quando sono sceso in politica da Consigliere comunale ho iniziato a denunciare e porre in evidenza il modo in cui Matteo faceva politica da Consigliere provinciale perché dovevo svolgere con onestà il mio mandato comunale contestando ciò che ritenevo non fosse giusto e scindendo quindi la conoscenza personale dall’azione politica. In particolare è poi emerso come le aziende della famiglia Renzi avessero ottenuto benefici dalla finanziaria della Regione Toscana che non competevano e quindi io denunciai questo aspetto e questa stortura chiedendo la restituzione di quei fondi e beccandomi per questo una querela per diffamazione che non ebbe effetti perché era evidente la verità delle mie dichiarazioni.
Ddl Zan: due parole.
Qui c’è stato un difetto, forse voluto, di comunicazione. Non è che chi è a favore del Ddl Zan rispetta le minoranza e chi è contrario è contro gli omosessuali. FdI con energia difende la libertà individuale in ogni campo e anche, ovviamente, nella sfera sessuale. Ciascuno deve essere libero di vivere come vuole se non danneggia nessuno. Il Ddl Zan è cosa diversa, non è quello che la sinistra vuole far credere. Il Ddl Zan introduce principi giuridici incontrollabili ed antidemocratici, ha un articolo 4 assolutamente non condivisibile, vuole introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado la trattazione di argomenti relativi al genere e al sesso che onestamente non credo bambini di sei anni debbano affrontare nelle aule scolastiche e a quell’età. Un Ddl assolutamente fuori luogo, fuori tempo e fuori dalla storia. Noi difendiamo tutte le minoranze e chiunque commette reati nei confronti di altri soggetti diversi per scelta religiosa, sessuale, politica, sportiva o di ogni altro genere va perseguito e condannato nelle Aule dei Tribunali. Il nostro ordinamento già prevede questo, non occorre il Ddl Zan che si maschera dietro questo per proporre altro.
mossa da loro sostenitori va bene altrimenti va schiacciata.
Fedez: non si parla di altro da giorni.
Ma guarda, lui e la Ferragni sono abili comunicatori e sfruttano ogni occasione perché possa ritornargli come un vantaggio. Capisco che avrebbe avuto difficoltà a parlare delle famigerate problematiche di Amazon avendo un interesse economico con questo colosso della distribuzione e comprendo che le stesse difficoltà le avrebbe avute a spiegare i contenuti di certe sue canzoni. Non condivido nulla di ciò che dice, a partire dagli insulti che ha rivolto alle forze dell’ordine per non parlare di quelli ad esponenti del centrodestra, ma ciò che trovo scandaloso è soprattutto la strenua difesa della sinistra. La stessa sinistra che, secondo le dichiarazioni dello stesso Fedez, avrebbe voluto censurarlo e la stessa sinistra che “attacca” altri due artisti che su una TV privata e non pubblica – tra l’altro – hanno espresso un qualcosa di diverso da quello che la stessa sinistra ha voluto comprendere. La libertà di espressione è per la sinistra ad elastico, se promossa da loro sostenitori va bene altrimenti va schiacciata.
Cosa farai da grande?
Fino a quando gli elettori mi daranno la loro fiducia continuerò a fare politica poi chissà, da giovanissimo ho fatto l’editore on line e l’animatore nei villaggi, da vecchio potrei finire per fare il giornalista o magari laurearmi in legge per fare l’avvocato.