Un metro e settantatré per cinquantatré chili di bellezza, due occhi splendidi ed  azzurri come il mare, quel mare che l’ha resa famosa in tutto il mondo e che le ha permesso di vincere Medaglie d’Oro in ogni dove.  Alessia Zecchini, 29 anni da Roma, è un’apneista italiana, pluriprimatista mondiale, campionessa europea e campionessa del mondo. Con i suoi “- 113” è la seconda donna più profonda del mondo oltre ad essere, fin dal 2019, la prima donna ad aver toccato i “-100”   solo con l’utilizzo delle braccia a Curacao durante la “Nirvana Oceanquest”. Profittando di un’amicizia nata negli studi di Rete Oro, dove anni addietro ero opinionista in un talk sportivo e lei intervenne due volte quale ospite, l’ho “rapita” in un piovoso pomeriggio romano per fare quattro chiacchiere e un po’ di gossip davanti ad uno spritz.

Da bambina, giocavi con la Barbie, guardavi i cartoni animati o già eri attratta dal mare?

Sono sempre stata attratta dal mare grazie anche ai miei genitori che mi hanno portato sempre in posti bellissimi tra il Mediterraneo e lo Jonio e quindi la mia passione per il mare mi faceva seguire più frequentemente papà in acqua piuttosto che giocare con le bambole.

Prima di arrivare ad immersioni ed apnea, quale è stato il tuo graduale approccio con il mare?

Da piccolissima avendo casa a Ladispoli ho imparato a nuotare lì poi a sei anni i miei genitori mi hanno portato in piscina e nonostante non ne fossi così entusiasta a undici anni ho conosciuto questo sport, mi sono innamorata e da lì non ho mai più smesso.

Come e dove hai cominciato a praticare le immersioni in apnea?

Il corso l’ho fatto a Roma presso il  centro “Apnea blu mare”, società che c’era qualche anno fa e le prime immersioni sono state fatte tra Civitavecchia e il lago di Bracciano in base alle condizioni meteo-marine. Tra dicembre e gennaio poi ill clima era freddo, le attrezzature dell’epoca erano anche molto vecchie, ancora c’erano le cerniere e quindi è stata davvero un’esperienza forte e animata da tanta passione fin da quei tempi.

Mi dai la tua definizione di “apnea”?

In teoria l’apnea è la sospensione volontaria del respiro, per me uno sport, una disciplina meravigliosa, diventa un modo di vivere perché ovviamente si vive il mare in tutt’altro modo e si riesce ad avere veramente tanto rispetto per questo ambiente meraviglioso e si scopre questo mondo sommerso che è veramente spettacolare e che tutti dovrebbero avere il piacere e la fortuna di visitare.

Fotografia di Howard Holtzman

Se ti dico Enzo Maiorca cosa mi rispondi?

Enzo Maiorca è stato uno dei più grandi apneisti della storia e grazie a lui siamo arrivati dove siamo adesso e grazie a lui hanno scoperto che l’essere umano sarebbe potuto arrivare a qualsiasi profondità e che il corpo umano si sarebbe adattato a qualsiasi profondità. Grazie a lui si è rotta “la bandiera” dei cinquantuno metri nella quale secondo i dottori lui sarebbe imploso e morto ed invece lui ce l’ha fatta.

Io non credo proprio che chi pratichi un’attività sportiva come la tua lo faccia per la gloria. Qual è il motivo “profondo” – è proprio il caos di dire profondo – che ti spinge ad amare ed impegnarti con così tanta dedizione in uno sport che sarà si affascinante ma è faticosissimo e richiede grandissima prestanza fisica?

Il motivo principale è indubbiamente la grandissima passione per questa disciplina che mi spinge a continuare ad allenarmi e a migliorarmi sempre. Quando ho iniziato a fare apnea  non era considerato un lavoro quindi è del tutto evidente che la passione fu allora ed è anche oggi la mia vera forza motrice. Mi piace troppo il mare. Mi piace troppo viverlo e trattenere il respiro.

Ti piace l’appellativo di “Regina degli abissi”?

Sì certo, è un onore per me grandissimo e che deriva dal fatto che sono riuscito a fare tutti record in tutte le discipline dell’apnea e quindi sicuramente sono felicissima di essere riuscita a trasformare in realtà il mio sogno.

Fotografia di Federico Buzzoni

Sei” profonda” anche nella vita?

Sicuramente cerco di esserlo, cerco di capire le cose in profondità e sono stata abituata dai miei genitori a parlare, discutere sulle cose e trovare sempre spiegazioni ad ogni cosa. Sì, cerco di essere e credo di essere una donna profonda.

Cosa si prova a 117 metri sotto il livello del mare? A cosa pensi quando sei lì sotto?

La cosa più importante è non pensare proprio a nulla ed essere concentrati esclusivamente su quello che si sta facendo. Le sensazioni che si provano sono tantissime e tutte bellissime tra cui una gioia immensa, una concentrazione assoluta, un’adrenalina a mille. Solitudine, perché laggiù sei sola e hai voglia di fare tutto per bene e al meglio.   

La sera prima di una immersione, cosa provi e a cosa o chi pensi?

La sera prima penso sicuramente al tuffo che andrò a fare, ai miei genitori e al mio ragazzo perché non voglio si preoccupino perché magari sono più tesi ed impauriti loro di me. Io so che quello che vado a fare non è particolarmente pericoloso e non ho paura di morire come molti solitamente mi chiedono. Ho paura di sbagliare però perché un errore, anche un solo piccolissimo errore, fatto a quelle quote, ti compromette tutta la performance, mesi di allenamento e  fa svanire un sogno coltivato con l’impegno e il sudore quotidiano.  

Quali sono le differenze tra la specialità dell’assetto costante e dell’assetto variabile?

L’assetto costante prevede che il peso sia costante quindi se noi scendiamo per esempio mezzo chilo, quel mezzo chilo devo riportarlo in superficie e si possono usare la mono pinna, le due pinne o farlo senza attrezzi mentre l’assetto variabile varia il peso e questi erano i record che venivano fatti all’epoca da   Maiorca, da Pellizzari, da Mayol quindi si scende con un peso e o si risale con le proprie forze o si risale con un pallone che vuol dire “no limits” e qui si raggiungono profondità maggiori ovviamente. Non si tratta di competizioni ma solo tentativi di record di questa specialità e non l’ho mai fatto e non lo farò mai perché  il pericolo è di gran lunga maggiore e  ho promesso che non lo avrei mai fatto a papà quando avevo tredici anni ed abbiamo fatto il corso di apnea.

Nello sport in generale e in quello che pratichi tu in particolare, oltre l’allenamento fisico è sicuramente fondamentale l’aspetto mentale. Come curi questi due diversi aspetti così diversi ma allo stesso tempo così connessi tra loro?

L’aspetto fisico è frutto di un costante e serio allenamento quotidiano e come hai detto tu deve essere accompagnato da un adeguato aspetto  mentale che si sviluppa nel tempo. Nel 2013 sono andata da uno psicologo dello sport, Giorgio Nardone,  che mi ha insegnato alcune tecniche come per esempio la visualizzazione della prestazione e la concentrazione prima del tuffo che mi hanno permesso di evolvere il mio aspetto  mentale e concentrarmi bene e non avere ansie o stress particolari. Sì, hai ragione Ercole, i due aspetti, quello sportivo e quello mentale, vanno di pari passo.

Nella tua carriera hai collezionato 17 medaglie d’oro,  35 record del mondo e hai ricevuto importanti Onorificenze. A quale di queste Medaglie e riconoscimenti sei più affezionata?

In assoluto al “Collare d’Oro” che  ho ricevuto dal C.O.N.I., è l’Onorificenza più importante ed è data solo agli atleti Olimpici e sono stata la prima atleta dell’apnea ad averla ricevuta. Una gioia immensa coltivando il sogno e la speranza che anche noi potremo andare un giorno alle Olimpiadi. Il record a cui sono più affezionata beh sicuramente i “102” e il primo record del mondo di profondità nel 2017 che mi ha portato davvero a credere che potessi scendere sempre di più.

Fotografia di Essa Jower

Sono certo che tu ti immerga anche per piacere oltre che per agonismo. Qual è in assoluto il mare più bello, oltre Scauri,in cui hai nuotato?

Ahahah mitico, la tua Scauri ahahah! Sicuramente il Mediterraneo è un mare bellissimo io però sono affezionata allo stesso tempo anche molto ai Caraibi perché l’acqua è caldissima e bella così come anche il Mar Rosso è un mare spettacolare ed ancora pieno di vita, di flora, di fauna. Diciamo che siamo fortunati, il mare ovunque siamo è straordinariamente bello e dovremmo averne davvero tanto rispetto e tanta cura.

Quando nuoti in libertà e senza record da conquistare, nuoti diversamente?

Per me quando si sta sotto acqua bisogna essere belli perché tutte le creature che sono sotto acqua sono bellissime, sono super eleganti pertanto quando sono sotto acqua voglio sentirla “mia” quest’acqua.

Per una donna e sportiva come te, concretamente attiva nella difesa dell’ambiente e del mare, qual è la priorità vera che i nostri governanti dovrebbero mettere in agenda su questo tema?

Parecchi, davvero tanti! La riduzione dell’anidride carbonica perché il surriscaldamento globale è un problema veramente grave perché ho visto con i miei occhi scenari tragici per esempio riferiti ai coralli che stanno morendo. Allo stesso tempo cercare di installare qualche strumentazione come era stato fatto all’imbocco dei porti o alla fine dei fiumi che sblocchino la plastica che e mettere anche regole alla pesca, da quella locale a quella continentale che viene a prendere pesci nei nostri mari. Tutto dovrebbe essere più regolamentato, il mare non è  una fonte infinita di risorse come non lo erano le miniere e quindi dobbiamo fermarci perché prima o poi tutto questo finirà.

Parlami degli “speech motivazionali” che tieni durante gli eventi “incentive” aziendali a cui vieni invitata a partecipare.

Sono qualcosa di molto, molto bello . E’ iniziato tutto quando ho iniziato ad incontrare gli studenti e questa cosa mi è subito piaciuta perché trasmettere la mia esperienza a dei ragazzi più giovani mi rendeva felice. Negli occhi dei giovani vedevo interesse ed attenzione e poter fare qualcosa per loro ed aiutarli a credere nei loro sogni era ed è per me impagabile. I primi a credere nei propri sogni dobbiamo essere noi, noi stessi. Poi  ho iniziato ad andare in giro per le aziende, ad accogliere i loro inviti per trasmettere ai dipendenti la mia energia e la mia forza ed anche questo è stato ed è per me gratificante. L’apnea ti insegna a respirare e a concentrarti e queste sono due caratteristiche utili a tutti per affrontare la quotidianità.

Alessia e la famiglia, Alessia e  le olive.

Sono molto legata, come sai, alla mia famiglia e se sono arrivata dove sono arrivata molto è anche merito loro. Alessia e le olive ahahah,  sono una delle poche cose rimaste ancora dei nostri momenti in campagna e che mi ha tramandato mia nonna che qualche giorno fa è volata in cielo. La raccolta delle olive mi è sempre piaciuta perché era un modo per stare tutti insieme e concentrati su unico obiettivo, le olive appunto! Mia nonna mi ha insegnato a mangiare cose buone e non contaminate, còlte dall’orto, sono cresciuta con i nostri pomodori, le nostre albicocche e le nostre olive.

Detto tra noi, mi spieghi qual è il trucco per riuscire a rimanere quasi sette minuti senza respirare?

Tanto allenamento e credere nell’obiettivo.

Detto sempre tra noi, tanto non ci legge nessuno, quanti minuti sei riuscita a rimanere senza respirare durante un bacio?

Ahahah me l’aspettavo “una ercolata” ahahah. Per fortuna quando bacio non mi cronometro a differenza dell’apnea e mi godo soltanto il momento.

In ultimo, sincerità per sincerità, se tu vinci la Medaglia d’Oro per gli occhi a me, almeno quella d’Argento, spetta di diritto.

Ahaha concordo pienamente ma pure d’Oro!

Lazio o Roma?

Daiii Ercole, lo saiii,  Romaaa!

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