E sono duecento! Ebbene sì, con l’intervista di oggi tocco quota duecento e sono felice di raggiungere questo traguardo facendo confessare al mio microfono uno scaurese doc quale Massimo Ranieri, con il quale condivido oltre allo straripante amore per la nostra città anche la fede calcistica e l’arte culinaria, che ci ha visto negli anni lievitare assieme. Ovviamente ci accomuna anche l’enorme passione per la palla a spicchi e per il Basket a Scauri. E così, tra Presidenti dei due rami del Parlamento, Premier, rappresentanti governativi, parlamentari, altissimi magistrati, campioni del mondo, olimpionici e campioni olimpici, attori, cantanti e poeti, l’ha spuntata proprio Massimo Ranieri e la “duecentesima” è toccata a lui. Non prima, però, di gustare ciambelle calde che dice lui “lo aiutano a concentrarsi meglio”. E si vede!
I Ranieri e il Basket a Scauri, un binomio inscindibile, Massimo.
Beh, Ercole, da circa quarant’anni possiamo dire. Questa straordinaria avventura fu iniziata da mio papà e da mio fratello e culminò negli anni d’oro della serie B. Poi ho continuato io quel progetto fatto di amore verso la città e verso lo sport e continuo tutt’ora ad impegnarmi, con tutti i sacrifici che ben conosci, per non far morire il Basket a Scauri e far continuare a parlare in tutta Italia di questa piccola cittadina e della sua squadra di pallacanestro che ha scritto pagine di storia formidabili nel mondo della palla spicchi..
Il Castello Baronale e il Teatro Romano di Minturno, la spiaggia dei sassolini e Nino Manfredi, la marzolina, storia, arte, belle donne e leggende. Gigi! Scauri è conosciuta per tutte queste cose oltre che per un certo Karol Wojtyla che amava soggiornarvi l’estate.
Beh, indubbiamente tutte queste cose che hai descritto rispecchiano perfettamente la grandezza e la straordinarietà della nostra cittadina.
Cosa ha rappresentato Gigi per questa città?
Ci vorrebbero giornate intere a me per descrivere la grandezza di Gigi e spazi infiniti a te per descriverla ai lettori. Conoscevi Gigi e sai che ragazzo fosse. Non era mio fratello ma è mio fratello. Ha fatto innamorare di questo sport più generazioni e la domenica con Gigi e i suoi compagni in campo -l’Arena Mallozzi prima e il PalaBorrelli poi- erano strapieni di concittadini che andavano a sventolare i nostri vessilli e a tifare a squarciagola. Ti parlo di cose e situazioni che conosci molto bene perché le hai vissute. Gigi è stato benvoluto da tutti e il suo ricordo è fervido in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo oltre che di ammirarlo ed applaudirlo sul parquet.
A che età ti sei appassionato del basket e hai iniziato a praticarlo?
Con gli esempi che avevo in famiglia a cinque anni praticamente ho iniziato con il minibasket e a seguire le partite in giro per l’Italia. Mi ricordo, in particolare, una volta che uscii il sabato da scuola e mi misero in macchina per andare a Firenze a vedere la partita dello Scauri. Ero appena alle elementari e già ero … un ultras.
Cosa ti ha dato il Basket?
E’ stata ed è un’esperienza bellissima che dura da una vita intera e che mi ha permesso di girare l’Italia e portare il nome di Scauri in tutto il territorio nazionale.
A proposito di trasferte belle ed importanti, se ti dico San Severo cosa mi rispondi?
San Severo è una cosa a parte (gli occhi di Massimo diventano lucidi come quando abbiamo parlato di Gigi ndr). Ci giocavamo in gara tre l’accesso alla serie B a San Severo e partivamo in qualche modo sfavoriti anche per via del fattore campo. Da Scauri partirono diversi pulman ma quando arrivammo ai tifosi non fu consentito di entrare. Non c’erano a quei tempi internet e social ma solo telefoni a gettoni. Da Scauri chi era restato a casa voleva sapere ma noi eravamo impossibilitati di dare qualsivoglia comunicazione in quei momenti di concitazione. Tentammo tutte le mediazioni possibili per far entrare i nostri sostenitori nel Palazzetto ma tutto fu vano. La situazione era incandescente, eravamo a tre metri dal Palazzetto ma restavamo fuori. Mia madre, ancora lo ricordo nitidamente, si avvicinò ad un loro dirigente e alle forze dell’ordine e tirò fuori il suo tesserino da dirigente e alla fine in cinque di noi entrammo, solo cinque! Gli altri rimasero tutti fuori e li informavamo dai finestroni del Palazzetto dell’andamento della partita. Vincemmo noi 60 a 64 e al fischio finale i giocatori corsero immediatamente ed istintivamente in strada festanti. I tifosi capirono all’istante che eravamo in B e San Severo divenne per qualche ora “scaurese” perché tu , Ercole, conosci bene il …”calore” dei nostri tifosi. Era il 26 maggio 1985, una data che resterà memorabile come, scolpita nella mente e nel cuore, resterà la data dell’otto marzo 2015 quando a Rimini, vincendo 68 a 65, alzammo la coppa Italia battendo in finale nientepopodimeno che …il San Severo. Ancora loro! Due momenti esaltanti della nostra storia che ancora oggi mi fanno venire la pelle d’oca soprattutto pensando all’accoglienza appena rientrammo a Scauri. Non si capiva più niente!
Gira una bella lettera su internet scritta da un tifoso del San Severo.
Non c’è scaurese che non l’abbia letta più volte ed apprezzata commuovendosi.
Fammi il nome del Presidente, del giocatore e del coach di questi quarant’anni che hai nel cuore.
Facile, facile eh! Presidente Totò Forte, giocatore Armando Scalzone, perché averlo ammirato quando ero un piccolo tifoso ed averci finito poi per giocare insieme è stato uno straordinario regalo della vita. Armando era per me come un fratello. Coach Renato Sabatino che ci ha fatto toccare il punto più alto arrivando a disputare le semifinali per accedere in A 2 ma anche Enrico Fabbri ha scritto e fatto qualcosa di importante e di bello per il Basket Scauri.
Il nuovo progetto del Basket a Scauri
A Scauri ora c’è la Fortitudo Scauri e non più, da quest’anno, il Basket Scauri. Un progetto che mira alla crescita di talenti locali, ad un vivaio forte come nella tradizione della squadra e ad un futuro da programmare seriamente per riportare Scauri nella pallacanestro che conta e che merita. Non so quando ma torneremo un giorno in B, nella nostra serie B ma vi torneremo con bilanci sani e con sponsor seri e giocatori locali. Te lo prometto. Lo prometto a te e lo prometto a me! In piena pandemia siamo stati capaci di fare una rivoluzione e portare ben 150 nuovi tesserati, arrivare ai play off con la prima squadra, partecipare a cinque campionati giovanili e diventare campioni regionali con l’Under 14. Abbiamo iniziato alla grande e continueremo a far bene.
Trapani e Scauri, due parole.
Un rapporto da quarant’anni, nel nome di Gigi, fortissimo. Mio fratello ha giocato per due stagioni e fatto bene in quel di Trapani. Una bellissima città, una squadra forte che gioca in A2 e per la quale tifo, una famiglia, quella dei Basciano, alla quale sono molto legato e che è da sempre con competenza e passione nel mondo del Basket. Quando sono andato nel 2014 a giocare contro Trapani, ho avuto un’accoglienza indescrivibile. Duemila persone in piedi mentre mi consegnavano il poster di Gigi che è all’ingresso del nostro PalaBorrelli. Ancora pelle d’oca, mi stai facendo emozionare troppo oggi.
Gli ultras Scauri.
Passione e calore indescrivibile, sono da sempre il sesto uomo in campo. Unici! Sul Corriere dello Sport anni fa titolarono “A Scauri non si vince” e parte del merito era anche dei nostri tifosi. La pandemia ha rivoluzionato un po’ tutto ma torneremo grandi sia noi sia loro.
Ci accomunano tante cose, tante idee, tante passioni ed anche un cognome, Bernabei. Tu amico di Giulio, io amico di Daniele.
Ahahah ma dai. Giulio è del 1971 come me e abbiamo giocato contro tutte le giovanili, lui era bravissimo in campo ed è un ragazzo d’oro (come il fratello ndr). Ci siamo incontrati recentemente e abbiamo ricordato i vecchi tempi continuando a sognarne di nuovi.
Chissà che un giorno Giulio e Scauri non stiano insieme in B.
Aahaha, ora sei tu che sogni, Ercole. Ma hai visto mai? Sarebbe bellissimo!