Ho incontrato ed intervistato nella Villa Comunale di Minturno, mentre ammiravamo alla nostra sinistra il Castello Baronale e alla nostra destra il bellissimo mare di Scauri, Gatto Panceri pseudonimo di Luigi Giovanni Maria Panceri, nato a Monza nel millenovecentosessantadue da una madre single. Cantautore brillante e dotato di una voce forte e chiara, il “Gatto” è uomo di grande fede e di straordinaria simpatia e si è gentilmente concesso al mio microfono raccontandomi la sua vita privata e professionale e mostrando una parte di sé che ho particolarmente apprezzato, quella della semplicità e della modestia con le quali mi ha parlato dei suoi grandissimi successi, delle sue collaborazioni artistiche con interpreti eccellenti della musica e del suo incontro con tale …Giovanni Paolo II.
Voglio iniziare da un aspetto che mi ha molto colpito, la tua grande fede.
Sono cattolico praticante nel senso che ho molta fede. Sono figlio di una ragazza-madre che ha pregato molto la Madonna che credo abbia avuto un occhio di riguardo perché mia madre riuscisse a crescermi da sola o perlomeno io sono cresciuto con questa convinzione. Poi naturalmente l’Oratorio, perché sono stato un ragazzo normale che ha giocato e frequentato i suoi coetanei grazie appunto a mia madre e alla Chiesa; spesso quando si hanno problemi ci si avvicina alla religione e la mia famiglia ed io abbiamo sempre trovato conforto e soluzioni nella fede. Bisogna ringraziare quando si ha un sogno che si avvera ed io non ho mai dimenticato quanto la fede e la preghiera mi abbiano aiutato. L’esistenza di Dio si tocca dappertutto ad iniziare dalla natura.
Credo che sia un atto di grande umiltà per un personaggio pubblico parlare con disinvoltura della propria fede.
Non ho mai avuto difficoltà a farlo e non la vedo una cosa strana, siamo persone normali e come tale mi sono recato devotamente per esempio anche a Medjugorje perché l’ho sentito come un richiamo, come una voce.
Nel 2001, invitato da Papa Giovanni Paolo II hai cantato “L’amore va oltre”. Cosa hai provato?
Un qualcosa di unico ed irripetibile che mi è rimasta e per sempre mi rimarrà nel cuore. Il Papa aveva ascoltato una canzone che avevo cantato a Sanremo molti anni prima e che parlava di un handicappato che, benché rimasto sulla sedia a rotelle, insegna a tutti l’alto valore e la bellezza della vita. Così il Papa mi invitò a cantarla a San Pietro in occasione di una delle Giornate Mondiali della Gioventù dinanzi a migliaia di giovani e questo fu ed è tutt’oggi per me motivo di grande emozione e di grande gioia.
Quando hai iniziato a cantare e quando hai capito che quella che era una passione giovanile sarebbe diventata la tua professione?
La canzone “Vivo per lei” che ho scritto per Bocelli, inizia con questa frase … vivo per lei da quando sai la prima volta l’ho incontrata… . Ecco, io la prima volta che ho incontrato la musica è stato quando avevo 14 anni ed ho messo le dita sulla chitarra di un amico mentre facevamo una partitella a pallone. In quel momento, proprio in quel preciso momento, ho capito che la musica per me sarebbe stato motivo di vita. Non so cosa è successo quando ho toccato quella chitarra, tutto ciò che prima mi piaceva tanto come il calcio, le motociclette e tante altre cose hanno continuato a piacermi ma la musica ha preso il primo posto. Nel 1990 poi, la grandissima Mina volle incidere una mia canzone, “Canterò per te”, che inserì nel suo cd “Uiallalla” ed allora pensai che forse scrivevo cose apprezzabili. Ero stato comunque già a Sanremo con “Scherzi della vita” nel 1986 non riuscendo a raggiungere la finale della sezione Nuove Proposte ed avevo già pubblicato due mini lp “A cento metri da casa” e “Il suono del Gatto” ma è indubbio che fu Mina, indirettamente o direttamente, non saprei, a lanciarmi e consacrarmi scegliendo quella mia canzone.
Hai scritto e cantato tante canzoni, mi vengono in mente i tuoi brani appunto per Mina, per Bocelli, per Mietta, per Giorgia. Cosa provi ad ascoltare grandi colleghi cantare le tue canzoni?
Piacere, grande piacere nel vedere concretizzato il mio lavoro e vedere che grandissimi interpreti della musica cantano le mie canzoni. Poi ci sono canzoni che non darei a nessuno, come per esempio “Mia” perché secondo me con la mia voce sono perfette mente per esempio “Lei” è un capolavoro fatta con la doppia voce uomo-donna. Ogni canzone ha una storia, un motivo, un vissuto particolare e, forse, a volte anche un solo interprete capace di renderla grande.
Festivalbar, Castrocaro ed eventi analoghi sembrano scomparsi in nome di “contenitori” televisivi nuovi o show che propongono nuovi provetti cantanti in modo diverso da quei canoni cui noi che non siamo … proprio adolescenti eravamo fin dai tempi dello Zecchino d’Oro abituati ad apprezzare e ai quali ci eravamo molto affezionati. Che mi dici in tal senso?
Non sono entusiasmato da questi nuovi criteri e da queste nuove metodologie, non c’è più una discografia che ti ascolta a differenza di quando io avevo vent’anni e mi ascoltavano invece adesso i direttori artistici guardano questi contenitori cui hai fatto riferimento tu per cui se avessi un figlio che volesse fare musica dovrei per forza indirizzarlo lì perché quella sarebbe l’unica strada.
Qual è la canzone a cui sei più affezionato?
Ah, guarda, sono tante, però “Vivo per lei” credo sia un gioiello ed è forse quella più famosa in tutto il mondo.
Ritornando a Papa Giovanni Paolo, cosa ti ha detto quando ti ha incontrato?
Mi ha detto di continuare a scrivere canzoni con quei contenuti responsabilizzandomi in un certo modo ma rendendomi anche, devo dirti, orgoglioso di me stesso. Non ho mai fatto canzoni stupide che volessero essere tormentoni estivi ma ho sempre cercato di portare un messaggio.
D’altra parte con l’Album “Stellina” hai venduto novantamila copie ed ottenuto il disco d’oro.
Beh sì, grandissima soddisfazione, fu un Album importante che conteneva straordinarie canzoni come “Le tue mani” e “ Mia” per esempio ma sto preparando qualcosa che credo o spero bisserà quel successo e di cui ti parlerò in anticipo Ercole.
Quanti bambini hanno fatto nascere due canzoni?
Ahahah, parecchi, parecchi. Una volta a un concerto una ragazza aveva in mano un bambino e mi ha urlato delle transenne Gatto questo è anche tuo. Io mi sono spaventato ahahah ma poi quella ragazza chiarì che quel bambino era il frutto di un amore nato dalle note di “Mia” ahahah.
Dedica per me “mia” a…
Allora … questa è per te da parte di Ercole … Quanto ti ho sentita mia quando siam rimasti cinque giorni a letto chiusi dentro casa mia, quanto ti ho sentita mia … tu sei mia quando vuoi …