Campano di origine e marchigiano di adozione, Michele Pecora ha frequentato il corso di chitarra classica al Conservatorio G. Rossini di Pesaro. Tra gli artisti più seri che abbia conosciuto, il Maestro, con la “M” maiuscola, ha ancora oggi una straordinaria voce, la stessa con la quale da quarant’anni delizia intere generazioni con le sue canzoni che danno un tocco al cuore. Ha lavorato sia da solo sia con altri grandi interpreti della canzone italiana e ha partecipato a tutte le competizioni musicali nazionali ottenendo sempre un gran successo. Di una squisita correttezza ed educazione, apprezzata ed appurata in anni di conoscenza, anche stasera il buon Michele si è concesso al mio microfono.
Michele sei ancora una volta qui a Minturno ed io ancora qui con il mio microfono a tediarti prima del concerto. Passano gli anni ma siamo sempre qui.
Ahahah tranquillo Ercole, noi due siamo una costante qui. E’ un rapporto ormai ultratrentennale quello che mi lega a questa terra perché io frequento Minturno praticamente da sempre e prima lo facevo come turista e da tanti anni, grazie all’amicizia e al rapporto che ho con Pasquale Mammaro, ci vengo anche a cantare e partecipo a questa manifestazione che negli anni è cresciuta ed è diventata importantissima e un appuntamento di musica fisso e apprezzato nell’intero territorio nazionale.
Ti piace questo posto, vero?
Se voltiamo lo sguardo a sinistra vediamo il Castello Baronale di Minturno, se lo voltiamo a destra il mare di Scauri con Gaeta e Ponza in lontananza. Che vuoi di più?
Cosa provi quando vieni qui?
Un rapporto di grande affetto che tutte le volte che vengo sento ampiamente ricambiato della gente perché -indipendentemente da ciò che accade sul palco- anche per strada quando le persone mi incontrano e mi fermano, mi abbracciano e mi chiedono fotografie insieme o il ritornello di una mia canzone. E’ un affetto vero e reciproco.
Tanti, tantissimi i tuoi successi: “Era lei”, “Me ne andrò”, “Te ne vai”, “Rivoglio la mia vita” e tantissimi altri brani. Qual è la canzone alla quale sei più affezionato ma non perché hai venduto di più con quel pezzo ma in quanto la senti proprio “dentro” o perché l’hai dedicata a qualcuno per te importante.
La canzone a cui sono più legato è sicuramente “me ne andrò” perché è una canzone molto ben riuscita, molto ispirata che mi ha permesso di parlare d’amore in modo diretto e quando si parla di amore si rischia sempre di essere banali e retorici invece con questa canzone ho trovato il linguaggio giusto per descrivere uno stato d’animo. Uno stato d’animo puro che forse … ci è appartenuto un po’ a tutti. Quanto alle dediche beh ne ho fatte tante nella mia carriera e stasera, per esempio, dedicherò con piacere ad Anna e a te “Era lei”.
In un momento drammatico come quello della pandemia e della guerra a …quattr’ore da noi, la musica che antidoto può essere?
La musica ci accompagna per tutta la vita, ad una canzone sono legati un ricordo o una speranza. Tutti hanno ascoltato o ascoltano musica, magari di generi diversi ma la musica è in ognuno di noi. Trovare poi persone, tra loro legate, che amano ed ascoltano lo stesso genere di musica diventa…poesia. Durante la pandemia credo che la musica abbia fatto tanta compagnia a tutti e ci abbia distratto dalle tensioni del momento. Quanto alla guerra non so che dirti ma senz’altro i suoni di quest’ultima sono più rumorosi e fastidiosi di qualsiasi genere di musica. Speriamo termini presto questo conflitto e si torni ad ascoltare solo rumori di note musicali.
Ci siamo appena fatti caffè e sigarettina, tra poco salirai sul palco davanti a diecimila persone. Riesci ancora a provare emozione?
Certo Ercole, ci sono l’emozione, la paura, l’arte, la tensione. Queste cose non passano mai e Gassman diceva che facciamo questo mestiere anche per quella sensazione spiacevole che prova lo stomaco prima di salire sul palco e poi, una volta saliti, ovviamente dobbiamo dare il meglio di noi e quindi perdere anche quella tensione accumulata.
La nazionale dei cantanti è un progetto riuscito e ancora attuale? Anche nel futuro potrà donare, oltre a un sorriso, anche un sostegno economico alle persone più bisognose?
Beh direi proprio di sì ed infatti è nata con questo scopo, con lo spirito di solidarietà verso chi ha bisogno di un aiuto. Probabilmente oggi deve aggiustare un pochino il tiro, cioè deve cambiare, modificare alcune cose perché è nata tanti anni fa e oggi i tempi sono un po’ diversi quindi bisogna adeguarsi ma la finalità e la bontà del progetto sono fuori discussione.
Ti faccio una domanda-trappola che già ti feci in passato, vediamo se mi dai la stessa risposta: qual è il collega che apprezzi da sempre e maggiormente?
Ma questa è facile, la risposta è sempre la stessa, il grandissimo Gianni Morandi, sono da sempre un suo fan.
E il cantante a cui ti senti più legato affettivamente?
Beh sono due, uno è stato Ivan Graziani con il quale ho avuto un’amicizia forte e che amava tantissimo Scauri e l’altro è Enzo Gragnaniello, ci sentiamo spesso, siamo amici e passiamo delle serate insieme con le famiglie a mangiare e a cantare.
Una delle soddisfazioni più belle nel corso della tua brillante carriera?
La cosa che più mi fa piacere è incontrare persone che mi dichiarano di essersi innamorate ascoltando una mia canzone.
Ti chiamano, vai.
Ascolta “Era lei”!