Giovanni Petrucci: una vita nello sport
Non potevamo esimerci, trattando sovente di sport sulle pagine del nostro giornale, di incontrare ed intervistare Giovanni Petrucci, oggi al vertice del CONI ed in passato impegnato con incarichi, sempre di vertice, in alcune Federazioni.Uomo misurato e concreto, il Dottor Petrucci è coniugato e padre di due figli, ha studiato dai Salesiani di San Giovanni Bosco -al quale attribuisce la base della sua formazione culturale per quanto attiene sia allo spirito cattolico sia a quello sportivo-. Così, profittando della squisita cortesia del nostro interlocutore, abbiamo fatto un punto della situazione sullo stato di salute dello sport, sulle prospettive future, sulle imminenti Olimpiadi di Torino e su quanto importante sia nella formazione di un giovane la pratica dello sport, che non è utile solo alla forma fisica e mentale dell’individuo ma è soprattutto un mezzo di socializzazione di primaria importanza.
Una vita, la sua, Presidente, passata nello sport, tra le varie Federazioni e a contatto con i giovani. Una vita niente male direi.
Lo sport ha rappresentato una parte importante della mia vita. Soprattutto per quanto riguarda il lato dirigenziale. Diventare Presidente del CONI è il sogno di tutti i dirigenti ed io sono tra i pochi che lo hanno coronato. Dunque, ringrazio il Signore per quello che mi ha dato finora e mi auguro in questi anni di aver soddisfatto al meglio il mondo dello sport.
Lo sport mantiene in forma ed aiuta a socializzare e a crescere, migliorando in sostanza la qualità della vita. Quali sono Presidente, le iniziative che ha assunto per favorire la cultura dello sport tra i più giovani?
Lo sport è parte fondamentale della cultura di un Paese. Basti pensare a quanto accade nei Paesi anglosassoni dove ci sono i famosi college che danno agli alunni la possibilità di studiare e fare sport contemporaneamente. Io non dico che bisogna arrivare a questo, ma certamente non possiamo pensare di ridurre il numero di ore dell’educazione fisica nelle scuole come è stato paventato negli ultimi giorni. Lo sport aiuta a crescere e allontana i nostri ragazzi dai pericoli quotidiani della vita sociale.
Il 2004 per il CONI: bilancio positivo o negativo?
Il bilancio non può che essere indubbiamente positivo. Il 2004 è stato l’anno dei Giochi Olimpici di Atene. Al di là delle medaglie vinte, che pure sono 32, cioè un bel numero, l’Italia sportiva ha dato un’immagine di grande serietà, di grande impegno e di grande efficienza. Le vittorie dei nostri atleti hanno emozionato il Paese che si è visto coinvolto anche grazie alla partecipazione e all’affetto che ci ha regalato il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, presente ad Atene e costantemente aggiornato sui nostri risultati. L’onda lunga dei Giochi sta ancora durando. I campioni azzurri stanno diventando personaggi richiesti e inseguiti da televisioni, rotocalchi, aziende: insomma, il made in Italy sportivo ha funzionato e funzionerà ancora.
Come sarà il 2005 e quale cambiamento o innovazione ha in mente per migliorare sempre di più lo sport?
Dall’inizio di quest’anno stiamo già pensando alle prossime edizioni dei Giochi Olimpici. Tra un anno esatto ospiteremo in Italia, a Torino, quelli Invernali, che tornano in Italia dopo 50 anni. La preparazione olimpica dei nostri atleti sta procedendo bene grazie all’impegno e alla dedizione delle tre Federazioni coinvolte, quella degli Sport Invernali, quella degli Sport del Ghiaccio e quella dei Disabili. Tra un anno gli azzurri dovranno essere al massimo perché gareggiando in Italia non possiamo sfigurare. Stesso discorso vale per Pechino 2008. Le federazioni saranno messe subito sotto pressione al fine di studiare programmi di preparazione adeguati che consentano ai nostri campioni di arrivare nelle migliori condizioni all’appuntamento olimpico.
Torino: Olimpiadi 2006. Qual è lo stato dei preparativi? Che Olimpiade sarà?
Il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Torino 2006 sta lavorando alacremente. Il successo che stanno ottenendo i test event con impianti che tutti ci invidiano lo dimostra ampiamente. L’arrivo di Pescante come supervisore del Comitato Organizzatore ci fa ben sperare per il futuro e ci lascia tranquilli per lo svolgimento dei Giochi. Torino 2006 sarà sicuramente un’edizione memorabile.
Calcio e solidarietà. L’Onorevole Salvatore CICU -Sottosegretario di Stato alla Difesa- vuole organizzare in estate a Cagliari un evento benefico che coinvolga le Forze Armate e il calcio. Il suo intendimento è quello di chiamare grandi campioni di ieri e di oggi. Il CONI potrà fornire un contributo organizzativo alla manifestazione?
Il CONI potrà interessarsi per la sua parte, ma dovrà sempre essere la Federazione di competenza, nello specifico il calcio, ad occuparsi della parte organizzativa.
Quale sport la impegna maggiormente professionalmente e quale la coinvolge di più sentimentalmente?
Tutti mi coinvolgono allo stesso modo e seguo tutti gli sport che fanno capo al CONI. Basti pensare che ai Giochi Olimpici di Atene ho assistito almeno ad una gara di tutte le discipline in cui erano presenti gli atleti italiani. Sul piano affettivo, ovviamente calcio e basket sono le discipline che mi hanno visto più vicino perché ho lavorato in quelle due Federazioni, sia da Presidente sia da Segretario nel basket, mentre nel calcio da Commissario Straordinario e da Segretario.
Pratica sport?
Faccio un po’ di attività fisica per tenermi in allenamento. Ogni tanto faccio qualche corsetta ma niente di particolarmente impegnativo.
Per quale squadra tifa?
Per nessuna in particolare. Ma il mio cuore pulsa per tutte le nazionali di tutti gli sport
Quale messaggio si sente di dare agli sportivi italiani?
Lo sport italiano è una parte del nostro Paese di cui bisogna essere fieri. Credo che il più bel complimento che abbiamo ricevuto negli ultimi tempi sia stato quello del Presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, qualche giorno fa in occasione della nostra visita alla Ferrari. Montezemolo ha detto che le vittorie delle medaglie ai Giochi Olimpici di Atene per l’Italia hanno rappresentano il miglior spot per il “made in Italy” dal valore di una campagna pubblicitaria di centinaia di milioni di euro.
Il 31 Gennaio è la ricorrenza di San Giovanni Bosco, un prete salesiano che lei ha imparato ad amare in gioventù. Un educatore che riteneva lo sport uno straordinario mezzo di aggregazione e socializzazione. Due parole su questo grandissimo Santo, grazie al quale sono nati gli Oratorii e grazie al quale migliaia di giovani sono stati strappati dalla brutta via…
San Giovanni Bosco ha rappresentato la base della mia formazione culturale, sia per quanto riguarda lo spirito cattolico, sia per quello sportivo. Devo agli insegnamenti di questo Santo il mio percorso di crescita umano e dirigenziale. San Giovanni Bosco fu tra i fautori degli Oratorii come avviamento allo sport di base. Mi auguro che quanto prima la Conferenza Episcopale Italiana possa investire in questa iniziativa.
Grazie e viva lo sport.
Grazie a lei e viva lo sport.
Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” n. 04 del 2005