È morto l’ultimo Re d’Italia: a 81 anni si è spento l’Avvocato Gianni Agnelli. Ricordo di una emozione
In una splendida ed assolata giornata di Marzo, – inizi anni ‘80 – in una Roma in cui si andava già in maniche corte e si portavano gli occhiali da sole, Roma e Juventus si incontrarono allo stadio Olimpico per una delle solite, avvincenti e trepidanti partite tra le due “Regine degli anni ‘80”. Ero un adolescente e grazie alla cortesia di un alto esponente parlamentare e di un alto Ufficiale dei Carabinieri, entrambi amici di mio padre, fui ospitato in tribuna d’onore. L’emozione e la gioia furono per me quel giorno davvero speciali: in tribuna potevo esultare per un goal della mia Juve senza essere offeso e malmenato, potevo vedere la partita in “primo piano” e sedere accanto a politici, cantanti, attori e dirigenti delle due squadre; potevo ammirare lo splendido tifo dei tifosi romanisti della curva sud ma al contempo trepidare e tifare, con la sciarpa bianconera al collo, per i miei beniamini. Poco più in alto di me, circa cinque, sei file più su, c’era un signore, anche lui un po’ speciale: capelli bianchi ed ondulati, sorriso smagliante e sguardo autorevole. Era “l’Avvocato”, quello con la A maiuscola. Alla fine del primo tempo, il Deputato cui ho accennato in premessa, mi chiese se volevo andare al bar per bere qualcosa di fresco ed io, accaldato ed amante della coca cola all’ennesima potenza, accettai subito senza alcuna esitazione. Non immaginavo minimamente che accompagnato dalla scorta era andato al bar anche lui, l’Avvocato, che si accorse dei miei insistenti sguardi e mentre usciva dal bar per far ritorno in tribuna, si fermò dinanzi a noi e dopo aver salutato caldamente l’Onorevole che mi accompagnava, mi disse, con l’immancabile “ r moscia”: “bella questa sciarpa, ti dona! Qual è il giocatore che preferisci?”
Ed io, un po’ impacciato e un po’ confuso, ma con estrema lucidità, risposi prontamente che erano due i miei idoli, Causio e Bettega. Poi aggiunsi … ma anche Furino, Scirea, Tardelli, Zoff, Cabrini, e l’Avvocato mi interruppe sorridendo e dicendo, divertito e felice “ tutta la Juventus insomma!” Con un po’ meno di imbarazzo e forse con un po’ più di incoscienza, replicai dicendo sì, tutti quelli con la maglia bianconera. In una escalation di juventinità, Gianni Agnelli concluse il colloquio con una pacca sulla mia spalla e compiaciuto sussurrò: “Passerai molte Domeniche allegre grazie alla Juventus, non è da tutti, vanne fiero!” E’ questo un ricordo indelebile che oggi, nel giorno della sua morte, scorre nella mia mente. Per vecchie e solide amicizie e per ragioni professionali, ho avuto modo nel passato e ho modo oggi, di “stringere molte mani” di personaggi pubblici e di bere con loro molti caffè e coca cole ma l’emozione e la gioia per quei cinque minuti passati con Agnelli e per quella pacca sulla spalla, le conservo ancora oggi, a distanza di oltre venti anni, nel cuore. Egli aveva un carisma, una classe, una eleganza, un savoir faire e una competenza in ogni campo, fuori dal comune e che hanno fatto sì che nel Mondo tutti lo stimassero e lo apprezzassero. Felice di averlo conosciuto e di poter dire a mia figlia Elisa, quando lo studierà sui libri di scuola, papà gli ha stretto la mano e ci ha parlato per cinque minuti. Grazie Avvocato, per tutto quello che ha fatto per l’Italia, per la Juve e la Ferrari. Grazie ancora, forza Juve e buon riposo!
Pubblicato su Forum in data 01.02.2003