Domenico Di Virgilio: il Governo vara la “buonasanità”
La Camera dei Deputati ha approvato recentemente il testo del Disegno di Legge sulla riforma costituzionale, ora passato all’esame del Senato della Repubblica, tra le cui novità c’è anche la cosiddetta “devolution” in materia sanitaria; ho incontrato l’Onorevole Domenico Di Virgilio, responsabile nazionale del dipartimento di Bioetica di Forza Italia e componente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, per avere alcuni chiarimenti su questo tema molto sentito da tutti i cittadini.
Onorevole, può spiegare ai lettori cosa si intende per devoluzione sanitaria e cosa cambia per i cittadini nel pianeta sanità?
Con “devoluzione sanitaria” si intende semplicemente il trasferimento dei poteri in materia di assistenza e organizzazione sanitaria dallo Stato centrale alle Regioni, che potranno legiferare in modo esclusivo; ciò indurrà ad una maggiore responsabilizzazione politica di tutte le Regioni che dovranno assicurare determinati servizi sanitari giudicati indispensabili e saranno responsabili dell’efficienza dei servizi erogati. L’obiettivo di questa riforma è quello di migliorare la sanità italiana, secondo i criteri di economicità, efficacia ed efficienza, sempre nel rispetto di due concetti fondamentali: quello dell’universalità e della solidarietà. Alla fine del processo di attuazione che certamente avrà bisogno di alcuni anni per entrare a pieno regime, tutti i cittadini italiani vedranno migliorati e ottimizzati i servizi sanitari, con la riduzione di tanti sprechi che rappresentano una delle cause principali della difficoltà economico-finanziaria con cui la sanità fino ad oggi si è sempre scontrata. Questo cambiamento epocale sarà possibile anche grazie al reperimento, da parte delle Regioni stesse, di risorse finanziarie, ispirandosi al principio di sussidiarietà attraverso una nuova sperimentazione gestionale che veda il coinvolgimento di altri settori come il volontariato, il privato e la famiglia.
Lei ha parlato del settore privato come “co-attore” di questo cambiamento e da una indagine condotta in questi giorni è risultato che per le visite specialistiche oltre il 50% degli italiani preferisce, o è costretto, a rivolgersi a strutture private, pagando interamente e senza alcun rimborso. Nel quadro di una “devolution sanitaria” come si colloca il ruolo della sanità privata?
Certamente in maniera positiva e di sana competizione con il servizio pubblico, anche se ciò non accade in tutte le Regioni dove comunque questo domina, ma il privato accreditato rappresenta una quota significativa soprattutto in Calabria (34,8%), Campania (30,5%) e Lazio (30%).Le risorse economiche sono prevalentemente destinate al S.S.N., scelta strategica necessaria per un sistema assistenziale universalistico e solidaristico, ma è importante tenere in giusta considerazione anche le risorse da destinare al privato convenzionato che rimane comunque in crescente aumento.
Il nostro Paese non rischia di vedere smantellato il servizio sanitario nazionale e avere 21 modi differenti di gestione dei servizi sanitari, dove i cittadini che vivono nelle Regioni più ricche avranno servizi efficienti rispetto a quelli delle Regioni più povere?
Assolutamente no, è solo una falsa propaganda del centro-sinistra che nella scorsa Legislatura non è riuscito, o meglio non ha voluto, porre le condizioni per attuare una riforma di simili proporzioni. Lo schieramento di centro-sinistra accusa il Governo di voler smantellare il Servizio Sanitario Nazionale e in particolar modo l’unitarietà dei servizi sanitari erogati al cittadino, ma così non è. Le Regioni avranno competenza legislativa su assistenza sanitaria e organizzazione ospedaliera perché essendo più vicini al cittadino possono gestire meglio tutte le problematiche inerenti tali materie, fermo restando che il Governo centrale detterà norme generali a cui le singole Regioni debbono attenersi per salvaguardare l’omogeneità dei servizi ed avrà il potere di intervenire laddove si presentasse inefficienza e cattiva gestione.Ci sarà un lavoro coordinato tra il Ministero della Salute e le Regioni per evitare che ognuna di esse vada per conto suo e per preparare insieme piani nazionali di prevenzione; i livelli essenziali di assistenza saranno omogenei e ci saranno dei livelli standard di qualità a cui ogni Regione dovrà attenersi, considerando però che possono esserci alcuni servizi sanitari più richiesti dai cittadini in una Regione e meno richiesti in un’altra Regione. È quindi necessario che ogni Regione si adegui ai bisogni dei cittadini. La campagna dell’Opposizione sul nostro presunto tentativo di tagliare i finanziamenti al S.S.N. è priva di fondamento: dai 72 miliardi di euro investiti nel sistema sanità nel 2001 siamo passati agli oltre 88 miliardi di euro del 2004, con un aumento di ben 14 mila miliardi di vecchie lire rispetto al 2003.
Onorevole, perché un medico affermato come lei ha deciso di entrare in politica e perché proprio in Forza Italia?
Io sono un politico con oltre 35 anni di professione medica svolta “sul campo”, in un ospedale romano, a contatto con malati a cui cercavo di alleviare sofferenze fisiche e morali. Molte volte una parola di conforto può fare tanto! Nel 2001 ho deciso allora di mettere al servizio della collettività la mia esperienza, allo scopo di battermi per migliorare, in primis, la qualità della vita dei sofferenti; sono convinto che la salute sia un bene primario per tutti. E proprio per questo ho scelto Forza Italia, perché riconoscevo in questo movimento quei valori cui io ho sempre creduto: l’attenzione per i più deboli, il rispetto per la vita e per tutti quei valori sanciti dalla nostra Costituzione. Il Governo della Casa delle Libertà in circa tre anni e mezzo, nel campo della sanità, si è impegnato per sanare tante disfunzioni, soprattutto quando i disservizi coinvolgono i più deboli: gli anziani, i disabili, i non autosufficienti anziani e meno anziani. Questo Governo ha voluto inoltre riconoscere ad infermieri e medici il giusto ruolo: gli infermieri e i medici grazie alla Legge n.1 del 2002, che con la riforma Bindi del 1999 non potevano più recedere dalla scelta tra attività libero-professionale e servizio sanitario nazionale, con gravi ripercussioni anche sui cittadini; oggi dicevamo, grazie alla modifica apportata alla Legge Bindi, possono lavorare più serenamente (basta leggere la Legge n. 138 del 26/05/2004). Attualmente il mio impegno politico mi vede relatore di un provvedimento che preveda interventi tesi a migliorare la qualità della vita di oltre 40.000 stomizzati, di oltre 3.000.000 di incontinenti medio-gravi e di circa 4.000 bambini con malformazioni ano-rettali. Mi sto impegnando per far approvare un provvedimento che preveda ulteriori sostegni, non solo economici, ai malati non autosufficienti, per facilitare la loro permanenza presso il proprio nucleo familiare.
Crede che il contratto stipulato dal Presidente del Consiglio Berlusconi con gli italiani sia stato rispettato?
Innanzitutto voglio ricordare che l’attuale Governo Berlusconi è il più longevo dall’inizio della Repubblica, quindi la promessa di stabilità politica è stata mantenuta. Aveva promesso di avviare riforme per modernizzare il nostro Paese e nonostante la campagna denigratoria e ostacolatrice dell’Opposizione, l’Italia si trova ad una svolta epocale necessaria per superare la paralisi in cui ormai si trova da troppi e troppi anni. C’è poi la riforma della scuola grazie alla quale i nostri giovani saranno più competitivi con i coetanei degli altri paesi europei quando si affacceranno nel mondo del lavoro.E cosa dire della riforma pensionistica, le cui vere intenzioni ed innovazioni sono state travisate considerato che l’obiettivo principale è: “riformare le pensioni oggi per garantirle a tutti anche un domani?”. Non dimentichiamo l’aumento delle pensioni minime a 516 euro al mese. Inoltre la grande Riforma Costituzionale a cui ho accennato all’inizio di questa intervista. Beh, penso proprio che in questi tre anni e mezzo di cose ne siano state fatte tante e credo che possono essere anche perfezionate. In sintesi, caro amico, questo Governo ha dimostrato di essere affidabile e deciso e di avere un grande senso del dovere.
Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” n. 43 del 2004