Sacchi, tra Berlusconi, Roby Baggio e USA ’94

In una Milano Marittima ancora “estiva” e vacanziera, ho incontrato Arrigo Sacchi, il mister che ci invidiano in Inghilterra ed in Francia, in Brasile ed in Argentina, per il suo modo filosofico ed intellettuale di intendere il calcio, tutto agonismo, tecnica e sudore, senza stupidi tatticismi e “strane pillole o reintegratori”. Così, da perfetto padrone di casa e da autentico innamorato della Romagna, il buon Arrigo, dopo un’ora di colloquio sulle bellezze della riviera si è “confessato” dinanzi ad un aperitivo al mio microfono, toccando argomenti calcistici e parlando, tra l’altro, anche di sociale, di soldati e… di belle donne!

A nome di 55.000.000 di italiani desidero, da giornalista e da appassionato di sport, dirle grazie, per il calcio spettacolo che ha portato in Italia. Eravamo abituati prima del suo avvento a vedere il calcio catenaccio, poi abbiamo scoperto … pressing, stop, palleggi e lanci a testa alta.

Il calcio è uno sport avvincente che appassiona milioni di persone in tutto il Mondo, ognuno lo vede a suo modo, io credo di non aver inventato nulla ma di aver fatto praticare alle mie squadre sempre un buon calcio, al di là dei risultati. Comunque grazie per i complimenti.

Quando si è avvicinato al calcio e perché?

Beh, da bambino, un po’ come tutti, mio padre era tra l’altro un ex calciatore e ricordo che a casa si leggeva tutti i giorni la Gazzetta dello Sport. Ho seguito da subito con passione ed interesse questo meraviglioso sport.

Lei ha allenato squadre prestigiose come Parma e Milan ed è stato anche il mister della Nazionale. Una vita con il pallone insomma, mi parli allora di Berlusconi e mi dica sinceramente se è vero che vuole fare lui la formazione.

Credo che in merito alle presunte intromissioni di Berlusconi ci siano equivoci e storture; egli è un grande appassionato di calcio ed un vero intenditore, era il Presidente del Milan quando io ne ero l’allenatore ed è evidente che tra mister e vertice della società si parli spesso della squadra, della condizione dei giocatori e di quant’altro ma in tutta onestà devo dirle, caro amico, che Berlusconi ha messo a mia disposizione la sua competenza, la sua conoscenza ma non ha mai, ripeto mai, interferito con le mie scelte, non mi ha mai indicato chi doveva giocare o eventuali moduli da adottare. Ho trascorso con il Milan cinque anni bellissimi in cui ho vinto molto e sono grato di questo alla società e a Berlusconi.

E con Ancellotti che rapporto aveva e che rapporto ha oggi?

Prima c’era un rapporto tra l’allenatore e un proprio calciatore -sempre molto serio sia umanamente sia professionalmente- poi c’è stato un rapporto tra l’allenatore della Nazionale ed un suo prezioso collaboratore quindi tra due colleghi che intendono il calcio alla stessa maniera e che hanno un rapporto di amicizia e stima reciproca.

E con Baggio che rapporto ha avuto?

Ah, conoscendola me l’aspettavo questa. Beh, Baggio è stato un grandissimo campione, capace di magie uniche ma a volte privilegiava un po’ troppo se stesso rispetto agli altri e quindi pensava che io fossi il suo allenatore e non quello di tutta la squadra ma questa era solo la sua immaginazione e non la realtà dei fatti. Per il resto non posso che confermare che si tratta di un grandissimo campione con cui al di là di qualche divergenza è rimasto un rapporto sereno e di rispetto reciproco.

Quando ad USA ’94 il “divin codino” ha mandato sulle stelle quel rigore, cosa ha pensato?

Intanto c’è da dire che purtroppo Baggio già aveva sbagliato altri due rigori ma tengo a precisare che tutti i grandi campioni sbagliano, in quanto esseri umani, dei rigori. Ho pensato a quello cui hanno pensato milioni di italiani, che finiva una bella avventura in cui la nostra Nazionale era andata al di là delle migliori aspettative e che dovevamo comunque applaudire, come si fa nello sport, chi aveva vinto. Quanto a noi, ripeto ancora oggi, che abbiamo fatto ad USA ’94 più di quello che offrivano le nostre potenzialità e le nostre capacità e dico quindi che bisogna oggi come allora, dire grazie a quei ragazzi che sono stati splendidi.

Tra i tanti calciatori che ha allenato e visto nei campi di mezzo mondo chi pensa abbia le qualità per diventare allenatore?

Ho avuto la fortuna di conoscere ed allenare tantissimi calciatori molti dei quali campioni ineguagliabili e di affrontare, da allenatore, squadre con tantissimi altri calciatori e campioni. Difficile rispondere alla sua domanda perché bisognerebbe essere nella testa di questi ragazzi che sono prima ancora che calciatori uomini, con le loro ambizioni e le loro difficoltà e perché tante possono essere quindi le variabili. Tra tutti però penso che il senso di disciplina che ha, unito alla sua intelligenza e alla sua personalità, mi fa ipotizzare un futuro da allenatore per Antonio Conte.

Passiamo alla Nazionale di oggi, Lippi ci porterà lontano?

Marcello è un ottimo allenatore ma io credo che un calcio senza una società forte, seria e solida alle spalle, non possa fare molto. Non c’è mai stato un allenatore che ha fatto grande una società ma c’è sempre stata una società che ha fatto grande un allenatore. In questa ottica devo dirle che il calcio italiano sta vivendo momenti difficili, sembrerebbe -il nostro- il calcio dei passaporti falsi, del doping amministrativo, delle scommesse, dei bilanci taroccati, dei tribunali, dei veleni e delle polemiche, niente a che vedere con il pallone insomma. In questo contesto, Marcello Lippi che è un grande allenatore, dovrà guidare la Nazionale, vedendo i giocatori solo tre giorni ogni due mesi, salvo squalifiche ed infortuni e non potendo quindi incidere minimamente sul livello psicologico, sul livello tecnico, su quello fisico e atletico ma potendo influire leggermente solo sul livello tattico per le scelte che farà. Per quanto detto si tratta in sostanza più di un allenatore virtuale che di un allenatore in “servizio permanente”.

Ha parlato di doping amministrativo, ma c’è solo quello nel calcio di oggi?

Guardi io sono un tesserato del Parma e non voglio parlare di cose che non conosco se non per quanto riportano i giornali.

Lei è a contatto con i giovani quotidianamente e sa che chi arriva al professionismo guadagna molto bene. Cosa pensa di altri giovani che pure loro in tuta, ma …“mimetica” rischiano la vita in territori lontani in nome della libertà e della democrazia e non con i compensi economici di Gilardino e Totti?

Ognuno fa delle scelte nella vita, molto nobili tra l’altro quelle dei giovani che si arruolano nelle Forze Armate e che sono consapevoli delle difficoltà cui andranno incontro nelle missioni che faranno. Non scopriamo però certo noi che da sempre chi con le proprie prestazioni rasserena dalle tristezze della vita o diverte un pubblico di dimensioni enormi, viene privilegiato economicamente. È la situazione questa non solo dei calciatori ma anche degli attori, dei cantanti e di altre categorie. Quanto ai calciatori, credo che questi vadano aiutati nel contesto sociale in cui vivono, dai familiari alla società d’appartenenza, dagli amici alla scuola, a tenere in debito conto la fortuna economica che giustamente raggiungono e a non sentirsi “immortali” ma abitanti di questa terra, consapevoli che altri non hanno la loro stessa fortuna, e agire quindi, secondo coscienza.

Sempre in tema sociale: l’Onorevole Salvatore Cicu – Sottosegretario alla Difesa- vuole organizzare un evento sportivo a sfondo benefico. Sacchi sarà presente?

Quale Direttore Tecnico del Parma ho molti impegni ma se riusciamo a trovare una data in cui siamo liberi parteciperò con piacere ed entusiasmo all’iniziativa.

Con chi giocherà Gilardino l’anno prossimo?

Per ora con il Parma poi si vedrà.

In ultimo mister, dall’alto della sua esperienza, chi vincerà lo scudetto?

Come al solito il nostro è un campionato durissimo in cui le solite tre, quattro squadre si daranno battaglia fino alla fine ma credo che in virtù degli acquisti fatti la Juventus la spunterà.

Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” n. 40 del 2004

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