Un francese per amico
Fisico statuario, energico con gli avversari e simpaticissimo con gli amici, leale e determinato, veloce ed ostinato, questo è il ritratto di Jonathan Zebina, nato a Parigi e residente all’Infernetto, una frazione di Ostia, popolare quartiere di Roma. Ho incontrato Jonathan a casa sua, in un freschissimo lunedì mattina, quando si era da poco alzato e leggeva sui giornali sportivi le pagelle che i vari inviati gli avevano stilato per la partita della domenica. Così tra un commento e l’altro, tra Jonathan che parlava un buon italiano ed io che mi dilettavo in uno scarsissimo francese, la mattinata è passata simpaticamente dinanzi a brioche calde e ad un gustoso the preparato dalla sua giovane e cordiale mamma.
Per quale squadra tifavi da bambino?
Per il Marsiglia.
Chi era il tuo idolo?
Carlos Moses, un brasiliano con un fisico bestiale.
…Praticamente come il tuo?
Beh, forse più da …. “Ercole” che da Jonathan.
In quale squadra hai iniziato a giocare e in che ruolo?
Ho iniziato a giocare centravanti, in una piccola squadra ai bordi di Parigi.
Perché un grande difensore come te ha iniziato a giocare da centravanti?
Quando sei piccolo vuoi far goal, ti piace segnare, perché pensi che chi segna è più bravo e più famoso e questa è un po’, in fondo, la legge del calcio. Avevo poi un fisico molto sviluppato e l’allenatore pensava che grazie a quel fisico a quella età potevo fare la differenza.
Chi ti ha trasformato poi in difensore?
Avevo 12 anni ed un allenatore delle giovanili mi disse che secondo lui avrei avuto migliore sorte da difensore che non da attaccante e a guardare bene … sembrerebbe che abbia avuto ragione.
Giochi a fianco di grandissimi campioni, chi ritieni che sia davvero il “numero uno”?
Lo hai detto tu, i campioni con i quali gioco sono tantissimi ma io credo che su tutti il più forte ed il più rappresentativo sia Francesco Totti.
Calciatori e solidarietà: cosa fa Zebina per gli altri?
Partecipo con immenso piacere a tutte le iniziative che sposa la società e cerco anche individualmente di aiutare chi soffre e chi ha bisogno. Fino allo scorso anno ero vicino, per esempio, all’associazione di Cafu, che si occupava dei bambini poveri delle Favelas. So di essere fortunato, di fare un bel lavoro e so che è ben remunerato, per questo sono vicino a chi soffre e per questo sono intenzionato ad avere prima o poi una associazione tutta mia, per aiutare chi è più sfortunato.
Oggi che sei uno dei giocatori più ricercati in Italia e dalle migliori squadre straniere, che ricordi hai del tuo arrivo in Italia e del tuo esordio in serie A?
Fantastico, te lo dicevo l’altro giorno. Sono arrivato giovanissimo in Italia e per giunta in una regione splendida come la Sardegna. Ricordo l’emozione che avevo al mio esordio con l’Inter, pareggiammo 2 a 2 ed ero felicissimo come un bambino piccolo. Non mi sono mai montato la testa ma ho sempre lavorato duramente per raggiungere traguardi importanti ed oggi sono in una grande squadra, tra le più forti del campionato e spero di togliermi tante soddisfazioni.
A proposito di Sardegna, che rapporto hai mantenuto con questa splendida regione?
Ottimo. Quando posso corro in Sardegna perché la sua bellezza è come il “canto delle sirene”, è un richiamo fortissimo, ho lasciato lì molti amici e torno sempre volentieri per godere del suo mare e delle sue bellezze. Ho mantenuto poi un buon rapporto anche con il Presidente Cellino, con la società e con i compagni.
Ami la Sardegna e la solidarietà, che mi dici allora dell’iniziativa dell’Onorevole Salvatore Cicu, Sottosegretario di Stato alla Difesa, che vuole organizzare proprio in Sardegna, per la fine della primavera o l’inizio dell’estate, un evento a sfondo benefico?
Cerco di fare il massimo per aiutare chi soffre e quindi è evidente che vedo di buon occhio ogni iniziativa di solidarietà come questa di cui mi stai parlando.
Sarai presente in Sardegna allora per questo evento?
Se la società mi darà l’autorizzazione e ci saranno le condizioni sarò senz’altro presente.
Milan, Roma o Juve, chi vincerà lo scudetto?
Non so proprio, sono tre grandi squadre e solo all’ultima giornata sarà aggiudicato lo scudetto.
Pubblicato su”Forum” in data 26.02.2004