A tu per tu con un poeta del calcio: Gianfranco Zola si racconta

Quando si pensa ad un campione del calcio si pensa inevitabilmente ad un numero 10: c’è chi ricorda le sforbiciate di Pelè e chi le “magie” di Maradona, chi le punizioni di Platini e chi i dribbling di Zico, passando per i funambolismi di Eusebio, gli stop di Antognoni ed i lanci millimetrici di Giannini e Mancini. Grandi, davvero grandi questi numero 10, che incantano platee ed emozionano milioni di appassionati, di ogni età e rango, in ogni parte del mondo. Uno di loro, un numero 10 d.o.c., ancora gioca ed incanta: mi riferisco a Gianfranco Zola, capitano del Cagliari, che nonostante i suoi 150 goals realizzati con le maglie della Nazionale, del Napoli, del Parma, del Chelsea e del Cagliari, nonostante coppe e scudetti vinti, nonostante i suoi trionfi personali, ha deciso a trentasette anni di ritornare in Italia, dopo l’esperienza in Inghilterra, per prendere per mano il Cagliari e riportarlo dove gli compete, in serie A. In una fredda giornata, con fiocchi di neve che accarezzavano – eccezionalmente – Roma, davanti ad una cioccolata calda, Gianfranco si è concesso con la solita disponibilità ed amicizia al mio microfono ed ha parlato di calcio e sociale, goals e beneficenza, esaltando un altro sardo d.o.c., l’Onorevole Salvatore Cicu, con il quale condivide lo spirito di altruismo e solidarietà oltre all’incommensurabile amore per la terra sarda.

Per quale squadra tifavi da bambino ed in quale ruolo hai iniziato a giocare?

Ho sempre tifato Cagliari ed ho iniziato a giocare da attaccante.

Cosa ha rappresentato per te il calcio?

Tutto, un punto di riferimento continuo e fondamentale della mia vita. Mi ha insegnato le regole di gruppo, i valori dello sport, a lavorare con serietà con e per gli altri. All’inizio era solo un divertimento ed un “contenitore” dove riversare le mie energie poi è diventato un lavoro, serio ed importante come tutti i lavori. Sono grato al calcio.

Sei stato testimonial per il Ministero dell’Istruzione britannico, cosa hai provato?

Molto piacere, un grande onore; è stato premiato ed apprezzato evidentemente anche lo Zola uomo oltre che calciatore.

Il calcio è ancora per te una “palestra di vita?

Senz’altro perché insegna ai giovani i valori veri ed importanti della vita.

Due parole sulla tua esperienza nel Chelsea.

Straordinaria, eccellente. Credo di aver ricevuto in Inghilterra le gratificazioni più importanti della mia vita sportiva; ho fatto bene in Italia ma credo di aver fatto molto bene anche in Inghilterra. Mi auguro di fare altrettanto con il Cagliari.

Abbiamo parlato a lungo, più volte e commossi, subito dopo la tragedia di Nassiriya e Ti ho sentito molto addolorato per quello che era successo. Cosa ha lasciato in te quel vile attentato?

Incredulità e rabbia. Gli stessi sentimenti Ercole che avevo quel giorno ce li ho oggi, quei militari e i due civili sono andati in Iraq per una missione umanitaria e sono stati uccisi crudelmente solo perché avevano instaurato con la popolazione un rapporto di fiducia. È incredibile quello che è successo.

L’Onorevole Salvatore Cicu -Sottosegretario di Stato alla Difesa-, ha proposto al Presidente Cellino di far salutare dal pubblico di Cagliari, il prossimo 15 febbraio, allo stadio S. Elia, i militari della Brigata Sassari di rientro dall’Iraq ed ha proposto di intitolare un settore dello stadio al Maresciallo Silvio Olla, grande tifoso del Cagliari e deceduto in Iraq. Cosa ne pensi?

Credo, esattamente come il Sottosegretario, che persone come il Maresciallo Olla siano da portare come esempio perché Silvio ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere. Un gesto nobile quello dell’Onorevole Cicu, che trova tutto il mio apprezzamento.

Sempre l’Onorevole Cicu, sensibile a questa incredibile tragedia – che ha vissuto intensamente nella sua duplice veste di uomo istituzionale e di politico sardo – vuole organizzare per la prossima primavera, in Sardegna, un incontro di calcio tra i campioni di ieri e di oggi. Hanno già aderito molti campioni, metterai gli scarpini anche tu?

Senz’altro, sai quanto creda a queste iniziative e che non mi tiro mai indietro. Rassicura pure il Sottosegretario.

Giannini mi ha detto qualche giorno fa che lui fa solo partite sportive tra amici o per beneficenza, tu ancora corri e sgomiti nel calcio vero, quello dei tre punti. Ma come fai ad essere ancora così carico?

Uso le duracel, ah, ah, ah …

Porterai il Cagliari in serie A?

Si, credo proprio di si, sarà dura ma ce la faremo… vedrai.

Grazie Gianfranco e a presto.

Grazie a te Ercole, ci vediamo presto a Cagliari.

Pubblicato su “Il Foglio della Sardegna” in data 15.01.2004

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